Antibiotici, prenderne meno non protegge meno, anzi…
5 Luglio 2016 - di Mari
LONDRA – Diminuire le prescrizioni di antibiotici non mette i pazienti a rischio: gli ambulatori che lo fanno non vedono crescere il tasso di malattie gravi nei loro pazienti. E’ quanto sottolinea uno studio del King’s College di Londra condotto analizzando i dati relativi a quattro milioni di cittadini del Regno Unito, che, anzi, evidenzia come i pazienti non solo non sono più esposti a malattie gravi, ma sono meno soggetti a spiacevoli effetti collaterali.
Fino ad oggi c’è stato un esteso uso (forse anche abuso) di prescrivere antibiotici quasi ad ogni pie’ sospinto. Adesso questo studio britannico vuole fare quasi ammenda per questo costume, dopo che la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia dalla possibilità che entro non molti anni molte malattie diventeranno incurabili anche a causa dell‘immunoresistenza provocata proprio dall’eccessivo ricorso agli antibiotici.
Gli stessi esperti britannici, compresa la dirigente dell’Ufficio Medico Sally Davies, hanno avvertito che questa situazione presto potrà portare i pazienti a sviluppare infezioni mortali non trattabili anche da operazioni minori.
Di recente ai medici di base britannici sono state inviate linee guida in cui vengono invitati a non prescrivere antibiotici per semplici raffreddori o influenze, e allo stesso tempo ai pazienti è stato chiesto di non esigere tali prescrizioni dai propri medici.
Adesso questo nuovo studio suggerisce che anche quando gli antibiotici non vengono assunti non aumenta il rischio di complicazioni rischiose. Addirittura la pratica di prescrivere meno antibiotici ha visto decrescere i casi di complicazioni legate agli effetti collaterali.