ROMA – Sì alle iniezioni di acidon ialuronico contro l’artrite. Ma attenzione anche allo stile di vita. Lo sottolinea Valter Santillli, professore di Medicina Fisica e Riabilitativa all’Università Sapienza di Roma, ricordando le raccomandazioni della Consensus Conference “Definizione dei criteri di appropriatezza clinica e organizzativa per il trattamento iniettivo intra-articolare della patologia osteoarticolare degenerativa” nell’ambito di un convegno organizzato da The European House Ambrosetti.
“Le iniezioni intra-articolari, spiega Santilli, rappresentano una strategia terapeutica piuttosto utilizzata e diffusa. In Italia si stima siano circa 2.500 i medici e gli specialisti che praticano la terapia iniettiva, ma ad oggi non esistono Linee Guida internazionali per il management dell’osteoartrosi univoche e condivise da tutte le società scientifiche”.
Nello specifico, sono considerati efficaci sui sintomi soggettivi i cortisonici e l’acido ialuronico. Per quanto riguarda il controllo oggettivo della malattia, invece, solo l’acido ialuronico è ritenuto efficace dagli esperti per limitare i danni dell’artrosi. Come conseguenza di tale orientamento, l’acido ialuronico reticolato e quello ad alto peso molecolare vengono ritenuti efficaci nel contribuire a ritardare l’impianto di protesi articolari.
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