Artrite reumatoide e psoriasica, quando sospendere i farmaci
16 Febbraio 2017 - di Mari
Artrite reumatoide e artrite psoriasica, come capire quando il paziente può sospendere i farmaci biologici senza rischio di ricadute per i pazienti. Nel caso di artrite reumatoide, spiega la Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli – Università Cattolica del Sacro Cuore, si può decidere di sospendere la terapia se il paziente non presenta più i sintomi e se l’ecografia non evidenzia danni alle articolazioni. Per l’artrite psoriasica bisogna invece eseguire una biopsia della membrana interna alle articolazioni, in modo da capire se il paziente è davvero in remissione.
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria progressiva che colpisce lo 0,5% nella popolazione, che interessa soprattutto le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati causando un aumento di morbidità e la riduzione della aspettativa di vita. Affligge più spesso le donne, in particolare dopo i quarant’anni.
La base della malattia è una reazione “autoimmunitaria” durante la quale cellule di difesa, i linfociti T (che dovrebbero riconoscere ed eliminare agenti infettivi), riconoscono e generano infiammazione distruttiva diretta contro le articolazioni del paziente, nonché anticorpi (i cosiddetti autoanticorpi) patologici che attaccano a loro volta le articolazioni.
L’artrite psoriasica, che colpisce lo 0,42% della popolazione, è una forma molto grave di psoriasi che interessa le articolazioni (il 15-30% di tutti i soggetti con psoriasi ha artrite), soprattutto mani e piedi, con danni ossei e articolari oltre che dermatologici.
In uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Cattolica e del Policlinico A. Gemelli, guidati dal professor Gianfranco Ferraccioli, si sono indagate le differenze a livello cellulare tra pazienti con artrite reumatoide in LDA (che non sono in remissione ma presentano una malattia lievemente attiva, Low Disease Activity – LDA) e pazienti in remissione, che potessero consentire di sospendere la terapia con farmaco biologico in modo mirato e sicuro.
“Siamo così riusciti a capire – spiega Ferraccioli – quali sono i criteri certi per decidere chi può sospendere le cure biologiche senza rischio di ricadute e chi non può farlo. Nell’artrite reumatoide la remissione clinica ed ecografica (o la presenza di malattia lievemente attiva) sono sufficienti per dire che anche il tessuto sinoviale è in remissione. Invece nell’artrite psoriasica solo la biopsia sinoviale permette di definire se ci sia una vera remissione. Il prossimo passo sarà l’identificazione del miglior biomarcatore in grado di indicare, senza biopsia, la persistenza di infiammazione nell’articolazione psoriasica. Questo permetterà di trattare i pazienti in modo più personalizzato e verificare come si possa nel medio-lungo termine risparmiare notevoli risorse sospendendo in modo corretto e preciso i farmaci biologici in molti pazienti”.