Ascoltiamo il nostro orecchio: acufeni associabili anche a patologie neurologiche
4 Marzo 2022 - di Claudia Montanari
Impariamo ad ascoltare il nostro orecchio e non sottovalutiamo acufeni, vertigini o perdita dell’udito. “E’ necessario ‘ascoltare’ l’orecchio, perché può dirci che qualcosa non va. C’è infatti una connessione tra disturbi uditivi e malattie neurodegenerative”. Lo afferma Arianna di Stadio, docente di Otorinolarngoiatria all’Università di Catania e ricercatore onorario presso il Laboratorio di Neuroinfiammazione del Ucl Queen Square Neurology di Londra.
Orecchio, problemi uditivi associabili a patologie neurologiche
“La perdita dell’udito transitoria, così come l’acufene (fischio nell’orecchio) e le vertigini possono essere sintomo sia di condizioni assolutamente benigne, come un abbassamento di pressione. Ma ad oggi sappiamo che possono anche essere il sintomo precoce di alcune malattie del sistema nervoso centrale. Disturbi che possono essere causati da un problema all’interno dell’orecchio. Ma dipendere anche da un’infiammazione delle strutture deputate all’udito e all’equilibrio che si trovano nel cervello”, spiega.
“La sclerosi multipla, l’Alzheimer e alcune forme di demenza sono caratterizzate da fenomeni di neuroinfiammazione – chiarisce l’esperta – che può essere cronica e progressiva, come nel caso dell’Alzheimer. Oppure intervallata da momenti di assoluta normalità e riattivazione di malattia come nella Sclerosi Multipla. Ad oggi sappiamo che la neuroinfiammazione è un normale processo in alcune persone predisposte. O in caso di malattie acquisite come ad esempio il COVID-19. Ma può assumere un carattere negativo e determinare una serie di malattie del sistema nervoso.
C’è una grande attenzione alla perdita uditiva nei soggetti adulti con meno di 60 anni. Questo perché diversi studi clinici hanno dimostrato che c’è una co-esistenza tra questo disturbo e il decadimento delle funzioni cognitive”.
Secondo di Stadio, inoltre, “la presenza dei disturbi dell’udito, e anche dell’equilibrio, che insorgono improvvisamente in un paziente giovane e apparentemente in buona salute, potrebbero essere la spia di problemi neurologici più importanti. Quindi, sebbene alcuni sintomi che sono brevi, temporanei e che non si ripetono si possano trascurare, consiglio sempre di prestare attenzione. Perché da studi con l’UCL di Londra, La Sapienza di Roma e la Wayne State University di Detroit, abbiamo scoperto che questi sintomi potrebbero indicare una patologia, come la Sclerosi Multipla, al suo esordio.
Lo studio
Lo studio pubblicato su Multiple Sclerosis and Related Disorders, ha evidenziato che la presenza del sintomo uditivo può essere collegata alla fase di riattivazione della Sclerosi. Motivo per cui la presenza di questo problema specialmente nei pazienti che hanno già una diagnosi di questa malattia non va sottovalutato.
In presenza di un ovattamento uditivo, di una vertigine che dura parecchi giorni, di un fischio all’orecchio continuo che non ha causa apparente (un concerto o la discoteca la sera precedente) il mio consiglio è di rivolgersi allo specialista per ulteriori accertamenti. Infatti, l’identificazione precoce di una fase di riattivazione della Sclerosi Multipla permette di iniziare tempestivamente un trattamento e il ridurre rischio di disabilità”.
Diversi studi, dunque, “hanno evidenziato che l’orecchio potrebbe manifestare per primo i segni di alcune malattie del sistema nervoso, ma non solo. Infatti, poiché l’orecchio è una struttura molto piccola, i fenomeni di infiammazione che vi avvengono possono determinare un sintomo, facilmente identificabile dal paziente. Quindi ascoltare l’orecchio è molto importante”, conclude la specialista.