Salute

Bene i test Iss su un vaccino Covid, possibile uso in oncologia

Positivi i risultati di una ricerca preclinica sull’applicazione contro il Covid di una piattaforma vaccinale basata sulla ingegnerizzazione delle vescicole extracellulari sviluppata esclusivamente da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità. I dati mostrano che utilizzando la proteina N del virus usata come antigene può ridurre anche più di 1000 volte i livelli di replicazione del virus nei polmoni di topi di laboratorio, e questo effetto antivirale si è visto durare anche a distanza di mesi dalla vaccinazione. Questo metodo, secondo quanto riferisce l’Iss in una nota, potrebbe aprire la strada ad applicazioni anche in oncologia.

I dati sono stati pubblicati sulla rivista NPJ Vaccines, del gruppo Nature. “Questo particolare metodo di vaccinazione – spiega Maurizio Federico, che ha coordinato la ricerca – consiste nell’introdurre la proteina immunogenica di interesse (antigene) all’interno delle vescicole extracellulari naturalmente rilasciate dalle cellule muscolari.

Le nanovescicole così prodotte sono in grado di diffondere in ogni distretto tissutale, inducendo una potente risposta da parte dell’immunità cellulare in grado di eliminare selettivamente le cellule che esprimono l’antigene selezionato.

Uno degli aspetti più promettenti dimostrati in questi studi riguarda proprio la capacità di questo metodo di indurre una forte e, soprattutto, duratura immunità cellulare in tessuti, come quello polmonare, che di norma lasciano penetrare con difficoltà le cellule immunitarie presenti nel sistema circolatorio.

Questo è un risultato di estrema importanza se valutato anche nella prospettiva di una applicazione contro diversi tipi di malattie oncologiche”.

Sulla base di questi risultati, che promettono significative ricadute anche in oncologia, spiega Federico, è ora possibile procedere con i test sull’uomo, mentre altri studi in programma stabiliranno la sicurezza della piattaforma vaccinale e la sua tollerabilità.

La strada da percorrere

Nonostante l’entusiasmo suscitato da questi risultati preliminari, è importante sottolineare che ci sono ancora molte ricerche da condurre per valutare completamente il potenziale utilizzo del vaccino Covid in oncologia. Ulteriori studi clinici dovranno essere condotti per confermare i risultati e determinare le modalità ottimali di utilizzo.

Tuttavia, l’interesse crescente per l’utilizzo del vaccino Covid in campo oncologico offre nuove speranze per i pazienti affetti da cancro. La combinazione di terapie tradizionali con l’immunoterapia potrebbe rappresentare una svolta significativa nel trattamento del cancro.

Claudia Montanari

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