Bimbo guarisce dal tumore grazie a protonterapia. Ma che cos’è?
25 Marzo 2015 - di Mari
LONDRA – Malato di tumore a 5 anni, si sottopone ad una innovativa terapia con protoni a Praga e guarisce. E’ la straordinaria storia di Ashya King, il bambino britannico di cinque anni che dopo una vicenda legale internazionale è stato sottoposto a una innovativa terapia con protoni a Praga. Brett King, padre del piccolo, ha dichiarato che una recente tac ha mostrato che non ci sono più i segni del tumore al cervello di cui era affetto.
La vicenda dei King ha attirato l’attenzione dei media di tutta Europa dopo che i genitori, la scorsa estate, erano fuggiti con il bimbo dall’ospedale inglese di Southampton dove era in cura e lo avevano portato in Spagna per raccogliere i soldi necessari ad iniziare le costose terapie a Praga, non disponibili nel Regno Unito. I due sono stati arrestati perché lo avevano sottratto andando contro il parere dei medici britannici ma poi rilasciati in un caso che ha riconosciuto loro la libertà di sottoporre il figlio al trattamento medico più adatto. Le condizioni del bimbo sono migliorate in modo straordinario e ora è tornato ad una vita normale.
Ma come funziona la terapia a cui si è sottoposto il piccolo Ashya? Lo spiega Nicla Panciera sulla Stampa. Il nome esatto di questo trattamento è protonterapia. Si tratta di una innovativa tecnica di radioterapia per il trattamento delle malattie neoplastiche che promette una maggior efficacia e minor tossicità rispetto alla radioterapia convenzionale.
Scrive Panciera:
“La protonterapia fa uso di una strumentazione sofisticata, del tutto simile al sincrotrone del CERN di Ginevra, per produrre e indirizzare il fascio protoni che rilasciano la loro energia sui tessuti neoplastici bersaglio con una precisione dell’ordine dei pochi millimetri. Da ciò deriverebbero i vantaggi clinici rispetto alla radioterapia: «Il fascio di protoni risparmia il più possibile le zone circostanti alla lesione tumorale, viene diretto con una tale precisione da permettere – a parità di dose erogata – minore tossicità o, a parità di tossistà attesa, una radiazione a dosi più elevate, garantendo un maggior controllo della malattia» spiega il dottor Maurizio Amichetti, direttore dell’Unità Operativa di Protonterapia dell’Azienda Sanitaria della Provincia Autonoma di Trento.
I benefici della protonterapia sono evidenti soprattutto per i bambini, spiega sempre il dottor Amichetti:
«Poter irradiare meno i tessuti malati è molto importante nel caso dei bambini, dove gli effetti collaterali possono essere molto severi per la giovane età del paziente, il cui organismo è più vulnerabile perché ancora in via di sviluppo, e il trattamento avere delle conseguenze di lungo periodo sul suo sviluppo fisico e cognitivo» spiega il dottor Amichetti. I piccoli pazienti, una volta guariti, hanno una vita davanti, dunque «hanno anche molti anni per sviluppare secondi tumori».