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Dieta vegana dei 22 giorni di Beyoncé bocciata dai nutrizionisti

8 Agosto 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

La dieta vegana dei 22 giorni di Beyoncé non ottiene l’approvazione dei nutrizionisti. Il regime alimentare promosso dalla cantante potrebbe essere “pericoloso” perché carente di nutrienti vitali. Il piano “22 Days Nutrition“, che elimina i carboidrati e lo zucchero, nonché carne, pesce e latticini, avrebbe aiutato la pop star a perdere peso dopo il parto. Ma, come sottolinea il Daily Mail, potrebbe non essere così salutare e soprattutto adatto a tutti.

Un dietologo ha spiegato a Victoria Derbyshire della BBC che le persone si “sentirebbero stanche ed esauste” se dovessero seguire questa dieta. Daniel O’Shaughnessy, portavoce della British Association for Nutrition and Lifestyle Medicine (BANT), ha dichiarato alla Derbyshire: “Questo è troppo poco per chiunque. Coloro che la seguono si sentirebbero stanchi ed esausti in particolare quando si aggiunge l’attività fisica. Potrebbe essere pericoloso per la persona media seguire senza un team di nutrizionisti e formatori come ha fatto Beyoncé“. Insomma, è il fai da te a non convincere gli esperti, che sottolineano l’importanza di avere al proprio fianco un esperto che monitori costantemente i progressi della dieta.

“Avere figli ha cambiato le nostre vite. Abbiamo sempre cercato la dieta migliore per la nostra salute e non sempre hanno funzionato – ha spiegato Beyoncé parlando della sua scelta alimentare nei mesi scorsi – Non avevamo mai, però, pensato alla verità per la nostra salute, e da quel momento per noi è diventata una missione condividere la verità e un giusto stile di vita con più persone possibili”.

Poi ancora: “Non potete neanche immaginare il grande impatto positivo che potrete dare al mondo diventando vegani: dobbiamo farlo tutti, per la salute nostra e del nostro pianeta. Se tutti diventassero vegani, sarebbe possibile risolvere immediatamente e per sempre il problema dell’effetto serra. Possiamo affrontare questa sfida insieme, diffondendo la verità e fare di questa missione un movimento”.