Cancro al seno e tinte per capelli: possibili rischi
4 Dicembre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale
Le donne che usano tinture per capelli permanenti e tiraggi correrebbero un rischio maggiore di cancro al seno. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sull’International Journal of Cancer, citato dal britannico Daily Mail. Allo stesso tempo bisogna subito sottolineare che il sito italiano Airc afferma: “Al momento non ci sono studi in grado di dimostrare un legame tra l’uso personale delle tinte e l’aumento di rischio di cancro, ma ci sono studi che segnalano un aumento del rischio per chi ne fa uso professionale”.
Nello studio pubblicato sull’IJC, le donne che hanno riferito di usare regolarmente una tintura permanente per capelli sono risultate avere il 9% in più di probabilità di sviluppare la malattia, rispetto a quelle che non le avevano fatte.
I ricercatori sostengono che i prodotti chimici sono in grado di penetrare nella pelle attraverso il cuoio capelluto. Anche i fumi possono essere inalati durante l’applicazione del colorante. Gli studiosi ritengono che evitare queste sostanze chimiche “potrebbe essere un’altra cosa che le donne possono fare per ridurre il rischio di cancro al seno”.
Bisogna tuttavia sottolineare che non è noto se alcune delle sostanze chimiche utilizzate nelle tinture per capelli possano causare direttamente il cancro nell’uomo. Le prove restano contrastanti. Precedenti studi non hanno riscontrato un aumento del rischio di carcinoma mammario.
Una delle autrici dello studio, la dottoressa Alexandra White, ha dichiarato: “I ricercatori hanno studiato a lungo il possibile legame tra la tintura per capelli e il cancro, ma i risultati sono stati incoerenti. Nel nostro studio, vediamo un rischio più elevato di cancro al seno associato all’uso della tintura per capelli, e l’effetto è più forte nelle donne afro-americane, in particolare quelle che le usano frequentemente”.
Ma attenzione, Michael Jones, dell’Institute of Cancer Research di Londra, ha dichiarato: “Le donne sono state reclutate nello studio perché avevano una sorella con cancro al seno, quindi le conclusioni non sarebbero necessariamente vere per le donne nella popolazione più ampia, da qui la necessità per ulteriore conferma”.