Candida e Candidosi: cause, rimedi, farmaci e consigli da tenere a mente
25 Settembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Tecnicamente, la candida è un parassita che appartiene alla famiglia dei miceti e che nell’80% degli individui sani vive nelle mucose del cavo orale, della vagina e del tratto gastrointestinale senza recare danni, soprattutto in caso di difese immunitarie adeguate. Tuttavia in alcuni casi, in condizioni come la debilitazione fisica ed immunitaria dovuta a stress psicofisico o all’uso prolungato di antibiotici, la candida può diventare patogena determinando la candidosi.
La candidosi è estremamente contagiosa e anche molto diffusa, può essere trasmessa sessualmente o contratta come semplice infezione micotica, in ogni caso è bene evitare di avere rapporti sessuali non protetti con partner occasionali in quanto, in caso di candidosi, questa verrebbe trasmessa ai vari partner innescando una sorta di “reazione a catena”.
La candidosi vaginale è un’infezione che raramente si riesce a sconfiggere con farmaci convenzionali essendo una malattia recidivante.
Esistono vari tipi di candidosi:
La candidosi della pelle e delle unghie si manifesta rispettivamente con granulomi, aumento dello spessore della cute e verruche sulla pelle e sulle mucose della bocca, della laringe e dell’esofago o con un’infezione dell’unghia stessa.
La candidosi dell’apparato digerente, invece, tralasciando il caso specifico del mughetto che è molto frequente nei lattanti, è costante nei soggetti affetti da AIDS ma può colpire anche altri soggetti immunodepressi provocando deglutizione dolorosa, disfagia e bruciore retrosternale, mentre in altri casi può essere addirittura asintomatica.
La candidosi dell’apparato genitale colpisce con più frequenza le donne ma anche gli uomini non ne sono immuni. Le donne che ne vengono colpite, soprattutto in gravidanza o durante i trattamenti ormonali e antibiotici, hanno a che fare con arrossamenti della mucosa vaginale, placche biancastre, secrezioni vaginali, prurito e bruciore intimo, mentre nell’uomo generalmente può manifestarsi un eritema su glande e prepuzio con prurito e bruciore.
In crescente sviluppo, sebbene ancora piuttosto rara, è la candidosi respiratoria che si manifesta nei pazienti affetti da malattie acute del sangue, e quella disseminata che a causa del coinvolgimento di vari organi può rivelarsi letale.
Come è stato detto all’inizio, la candidosi è la trasformazione della candida, che normalmente vive nel nostro organismo, in una infezione. Esistono ovviamente delle cause per cui avviene la “trasformazione” della candida in “aspra nemica”. Il sito “Pianeta Donna” individua le cause principali:
– le lunghe terapie antibiotiche e l’uso prolungato di farmaci cortisonici che indeboliscono le difese immunitarie;
– il diabete mellito non diagnosticato, poichè la presenza eccessiva di zuccheri tende a favorire l’azione patogena della candida;
– il sistema immunitario debilitato per via di qualche malattia o per intenso stress psicofisico come l’HIV, la chemio o radioterapia, il trapianto e le varie terapie antirigetto, ecc.
– anemia, carenze vitaminiche, alcolismo, tabagismo, abuso di droghe per via endovenosa, inquinamento, gravidanza, nascita prematura;
– l’onnipresente stress, depressione, insonnia, allergie, patologie digestives;
– traumi, ustioni e uso di cateteri intravascolari o urinari;
– alcune malattie autoimmunitarie come il Lupus e la sindrome di Sjiogren, oppure endocrine come le malattie tiroidee di cui soffrono tante donne;
– l’uso di contraccettivi orali che alterano la normale flora batterica vaginale e favoriscono, proprio per gli alti livelli di estrogeni, la proliferazione della candida;
– l’uso di contraccettivi meccanici intrauterini;
– i rapporti sessuali non protetti, sia con partner fissi che occasionali, che innescano il contagio reciproco tra la candida vaginale e le irritazioni di glande e prepuzio.
I SINTOMI più frequenti della candidosi, tenendo ovviamente presente sempre la gravità di infezione e lo stato di salute del soggetto, sono:
– eritema localizzato ed erosioni cutanee;
– prurito e bruciore vaginale di variabile intensità e acuto dolore durante i rapporti sessuali, ovviamente lo stesso vale per gli uomini a livello del glande e del prepuzio (postite, balanite e balanopostite), anche se spesso la candidosi genitale maschile è asintomatica;
– perdite vaginali biancastre
La diagnosi viene sempre eseguita dal proprio medio o da un ginecologo attraverso il TASC, un esame che valuta la presenza di anticorpi specifici della candida.
Altri metodi sicuri per una diagnosi sono l’analisi microscopica e colturale del materiale prelevato direttamente dal soggetto malato.
Nel caso specifico della candidosi vaginale la diagnosi viene effettuata tramite un esame particolare, chiamato colposcopia, mentre nei casi più gravi, generalmente per confermare la diagnosi, si ricorre allo striscio.
Esistono alcuni farmaci specifici per la cura della candidosi, ma è bene ricordare che bisogna sempre consultare il proprio medico curante o uno specilista prima di assumere qualsiasi tipo di farmaco.
Per curare la candidosi cutanea, orale e vaginale si ricorre spesso agli antimicotici azolici che però non eliminano direttamente il fungo ma ne bloccano la proliferazione, in modo tale che il sistema immunitario del paziente possa eliminare il fungo lentamente. Per questo motivo la malattia può ripresentarsi una volta interrotta la terapia. Gli antimicotici per uso locale, quindi creme, gel, ovuli, candelette vaginali e lavande, sono indicati solo nel caso in cui la candidosi sia un episodio isolato e non un chiaro esempio di ricaduta e soprattutto solo se la donna non ha rapporti sessuali. La terapia per via orale, invece, ha una durata di 3-7 giorni, mentre nei casi specifici di soggetti diabetici si consiglia di ripetere il trattamento una volta al mese e nel caso di infezione recidiva è invece necessario ripetere il trattamento in corrispondenza del ciclo mestruale.
Per la cura delle candidosi sistemiche si può ricorrere all’uso degli antimicotici polienici che comprendono l’amfotericina e la nistatina. La prima, adatta al trattamento delle infezioni micotiche generalizzate, può essere somministrata per via locale o orale per un periodo che va da 1 a 7 giorni. La seconda, invece, particolarmente indicata nel trattamento delle infezioni intestinali e del cavo orale causate da candida, viene somministrata in forma di compressa più volte al giorno per un periodo di tempo stabilito dal medico in base alla gravità dell’infezione. In caso di candidosi avanzata, i farmaci contenenti nistatina vengono somministrati insieme agli antibiotici.
Ci sono poi i farmaci della classe Echinocandine, che agiscono inibendo l’enzima responsabile della sintesi della parete del micete.
Nel caso specifico di vulvovaginite da candida i farmaci consigliati sono i medesimi finora indicati, ciò che cambia è generalmente la durata della terapia, che può estendersi anche fino ai 6 mesi. In ogni caso la terapia può essere locale e/o sistemica.
Trattandosi di una malattia sessualmente trasmissibile che può quindi infettare il partner innescando il meccanismo di reinfezione reiterata, è necessario un trattamento di coppia in modo tale che i farmaci prescritti alla donna siano assunti coscienziosamente anche dal partner apparentemente sano, infatti, ricordiamo che nell’uomo la candidosi è frequentemente asintomatica, non dà quindi alcun fastidio o problema.
Infine, il sito Pianeta Donna lascia qualche consiglio utile per prevenire la formazione della Candidosi:
– usare biancheria di cotone, naturale al 100%, in grado di garantire freschezza e protezione;
– preferire gli assorbenti interni ricordando di cambiarli ogni 6-8 ore per una questione di igiene e protezione;
– non lavarsi per più di tre volte al giorno, tranne in caso di ciclo mestruale o attività fisica, per evitare di alterare i naturali meccanismi di difesa;
– evitare gli scambi di asciugamani con altri e usare il detergente intimo anche sotto la doccia;
– scegliere per l’igiene intima un sapone con pH acido testato clinicamente, indispensabile per le donne in età fertile;
– evitare le lavande intime che possono modificare il pH vaginale;
– in estate sarebbe opportuno fare la doccia subito dopo il bagno in mare così da evitare irritazioni causate dalla salsedine e inoltre evitare di restare troppo a lungo con indosso il costume bagnato e di sedersi sulla sabbia, sui bordi di piscine, spogliatoi o wc pubblici in modo da scongiurare la trasmissione e proliferazione di funghi e germi;
– proteggersi con il preservativo durante i rapporti sessuali, ancor più se con partner occasionali;
– non trascurare l’importanza delle visite ginecologiche fin dall’età di 13-15 anni.