Celiachia: da afte a macchie sui denti, nella bocca i campanelli d'allarme

Celiachia: da afte a macchie sui denti, nella bocca i campanelli d’allarme

8 Giugno 2022 - di Claudia Montanari

La celiachia, ovvero l’intolleranza al glutine, colpisce una persona su 100. Ma ancora oggi ci vogliono spesso molti anni per avere la diagnosi. Tra i tanti campanelli d’allarme che possono spingere a fare analisi specifiche, alcuni si nascondono anche in bocca e possono essere individuati dal dentista. La presenza di difetti dello smalto e la comparsa di afte ricorrenti, infatti, spiegano gli esperti in occasione della Settimana nazionale della Celiachia, possono essere segnali da non sottovalutare.

Celiachia, i campanelli d’allarme nascosti nella bocca

“L’infiammazione sistemica provocata dall’intolleranza al glutine – spiega Marco Silano, direttore dell’Unità Operativa di Nutrizione dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – può interessare qualsiasi organo e con qualsiasi livello di gravità, da forme asintomatiche a forme estremamente gravi, sia nel bambino che nell’adulto. Non sempre provoca i tipici sintomi gastrointestinali di malassorbimento. Spesso, infatti, può manifestarsi attraverso altri segnali, come un’infiammazione di tipo autoimmune delle mucose, anche della bocca. Proprio questo ampio corteo di sintomi rende la celiachia una condizione molto difficile da diagnosticare. Abbiamo ottimi strumenti ma difficoltà a individuare le persone da sottoporre a test specifici. I dentisti possono avere un ruolo di ‘sentinella’ per contribuire a capire chi può averne bisogno”.

I segnali da tenere sotto controllo

Un segnale che può mettere in guardia è, ad esempio, la presenza di macchie di colore bianco sullo smalto dei denti che, in alcuni casi, può presentare anche anomalie di consistenza e resistenza.

“Questo – spiega Marta Giraudi, esperta della Società italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp) – è dovuto al fatto che i processi infiammatori legati alla celiachia vanno ad alterare le cellule deputate alla produzione dei cristalli che compongono lo smalto. Tali difetti, a seconda degli studi scientifici, sono presenti dal 10% al 90% dei pazienti con celiachia e più di frequente nei pazienti pediatrici, perché spesso la malattia insorge quando si formano i denti permanenti”.

Un altro problema che spesso si presenta nelle persone celiache sono le afte ricorrenti. “La prevalenza di stomatite aftosa ricorrente varia, a seconda degli studi, dal 16% al 41% dei celiaci. Il meccanismo – prosegue Giraudi – non è ben noto, ma potrebbe essere collegato a carenze associate alla ridotta assunzione di nutrienti a livello intestinale, in particolare deficit di ferro, folati e vitamina B12″, così come agli elevati livelli infiammatori sistemici.

Sembrerebbe, infine, esserci una correlazione, anche se non forte, tra celiachia e parodontite, ovvero infiammazione cronica delle gengive, del legamento e dell’osso sottostante.

“Un paziente non diagnosticato per celiachia, ma che lamenta stomatite ricorrente o presenta danni allo smalto non collegati ad altri problemi di salute, – conclude Giuseppe di Fabio, presidente Associazione italiana Celiachia – potrebbe essere indirizzato dall’odontoiatra a indagare questi aspetti, suggerendo al proprio medico di approfondire con esami specifici. Essenziale, quindi, formare e aggiornare sulla celiachia anche specialità mediche apparentemente lontane dalla celiachia che tanto potrebbero contribuire all’emersione delle diagnosi”.

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