La celiachia può manifestarsi anche con sintomi non digestivi?
Uno studio italo-americano presentato al Congresso Nazionale della Società Italiana di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) ha gettato luce sui fattori ambientali che possono influenzare lo sviluppo della celiachia in individui con predisposizione genetica. La ricerca, condotta tra Stati Uniti e Italia, sottolinea l’importanza di variabili ambientali nel manifestarsi della malattia.
La celiachia, una condizione autoimmune scatenata dalla proteina glutine, ha un’origine genetica, ma solo una minoranza di individui geneticamente predisposti sviluppa effettivamente la malattia. Solo il 3% delle persone con una particolare conformazione genetica del sistema HLA sviluppa la celiachia, suggerendo l’influenza di altri fattori ambientali.
Lo studio, noto come CD-GEMM (Celiac Disease Genomica Environmental Microbiome and Metabolomic), ha coinvolto 423 bambini seguiti dalla nascita fino ai sette anni. Gli esperti hanno analizzato 80 fattori clinici attraverso questionari longitudinali, raccogliendo dati demografici, storia medica, ambiente e abitudini alimentari.
I risultati mostrano che la celiachia ha più probabilità di manifestarsi quando la predisposizione genetica è accentuata, ma anche quando sono presenti altri fattori. Tra questi, l’assunzione prolungata di antibiotici o farmaci antiacidi, inibitori della pompa protonica, è associata a un aumento del rischio. La malattia si sviluppa in modo predominante nelle bambine, mentre sembra essere ostacolata nei bambini maschi che assumono probiotici, vivono con animali domestici come cani e gatti e hanno avuto infezioni virali.
Claudio Romano, presidente SIGENP, ha sottolineato l’importanza di approfondire ulteriormente questi legami ambientali per comprendere appieno la natura e i meccanismi coinvolti. Questa ricerca, ha dichiarato, fornisce indicazioni preziose che potrebbero contribuire alla prevenzione o almeno a non favorire lo sviluppo della celiachia.
La celiachia può manifestarsi in modo graduale con sintomi come diarrea cronica, steatorrea, rallentamento della crescita, inappetenza e vomito. Nei bambini, i sintomi tipici della forma classica appaiono da due settimane a dieci mesi dopo lo svezzamento con cereali. Tuttavia, sintomi atipici come alterazioni dello smalto dentale, alopecia, vitiligine, macchie sulle unghie e lesioni cutanee possono essere presenti.
Riconoscere la celiachia può essere complicato a causa dell’assenza di sintomi, specialmente in gruppi a rischio come i soggetti con diabete o familiari di primo grado di persone celiache. Segni atipici come alterazioni dentali, alopecia, vitiligine e lesioni cutanee possono indicare la presenza della malattia.
La ricerca è stata condotta su 423 bambini, seguendoli dalla nascita fino ai sette anni e analizzando 80 fattori clinici. Il suo obiettivo è identificare marcatori non invasivi per diagnosticare precocemente la celiachia e intervenire prima del pieno sviluppo clinico, mirando a una prevenzione primaria.
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