Cellule cannibali e bio spazzini contro il cancro: dove va la ricerca

Cellule cannibali e bio spazzini contro il cancro: dove va la ricerca

22 Settembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Le cellule cannibali e i bio spazzini potrebbero essere gli alleati contro la lotta al cancro nel futuro prossimo. Sono allo studio dei ricercatori nuovi meccanismi per sconfiggere la malattia e per arrivare a terapie efficaci contro un male che spesso non lascia scampo. Il numero delle vittime dovute a tumori rimane elevatissimo: nel 2021, in Italia, si sono contati 181mila decessi. Un big killer.

“Il cancro è il grande problema della nostra società”, afferma Gennaro Melino, tra gli organizzatori del convegno in programma all’Accademia Nazionale dei Lincei. “Insieme ai disturbi cardiovascolari è la prima causa di morte”, continua Melino, docente all’Università Tor Vergata di Roma e membro dei Lincei: “Dobbiamo fare qualcosa”.

Le terapie del futuro per mettere il cancro ko

Tra i sistemi più promettenti c’è quello “ubiquitina-proteasoma‘: è lo spazzino biologico delle cellule del corpo umano, che distrugge le proteine danneggiate. A spiegare la sua importanza è Aaron Ciechanover, Premio Nobel per la Chimica nel 2004, proprio per la scoperta di questo meccanismo. Il sistema infatti, quando non funziona bene, causa l’accumulo di molecole che sono alla base di moltissime malattie neurodegenerative, così come di tumori. Da qui il suo inserimento nella lista dei meccanismi che potrebbero portare a cure innovative per i pazienti.

Un’altra scoperta premiata nel 2016 con il Nobel per la Medicina (consegnato a Yoshinori Ohsumi) potrebbe aprire una nuova frontiera nella lotta contro il cancro: è l’autofagia, il processo con cui le cellule del nostro corpo ‘cannibalizzano’ alcune loro componenti, per riciclare parti danneggiate ed eliminare patogeni. Disfunzioni in questo meccanismo sono legate allo sviluppo del cancro e di molte altre malattie, consentendo alle cellule tumorali di sopravvivere in condizioni estreme e resistere all’azione dei farmaci.

Tra le altre strategie promettenti anche le terapie che agiscono a livello dell’Rna: la molecola che traduce le istruzioni scritte nel Dna e svolge molte funzioni di regolazione. Si è infatti scoperto che alcuni tipi di Rna, chiamati microRna, favoriscono lo sviluppo di metastasi. FONTE ANSA.

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