Cerotto che cura ustioni e piaghe: idea italiana
15 Febbraio 2016 - di Mari
NOVARA – Un cerotto che cura ustioni e piaghe: un’idea tutta italiana, nata dalla start up “Epinova Biotech” di Novara, ci informa Barbara Cottavoz su la Stampa, che spiega:
“L’idea è semplice e geniale: un idrogel che fa rinascere le cellule della pelle «bruciata» da piaghe e ustioni. Hanno iniziato a parlarne, tra una lezione e l’altra, due professori e un ricercatore dell’Università del Piemonte Orientale, poi hanno provato a lavorarci nei laboratori di Medicina a Novara. Da allora sono passati sei anni tra nuovi soci, business plan, stop e premi internazionali”.
Oggi, sei anni dopo, quella start ip vale circa 800mila euro ed è in trattativa con un colosso farmaceutico italiano per produrre il cerotto con l’Epigel che a fine mese verrà autorizzato dal ministero.
Il “papà” di questo cerotto si chiama Filippo Renò, ha 48 anni, ed è professore associato di Anatomia a Novara.
Insieme ad un docente e ad un ricercatore di odontostomatologia, Vincenzo Rocchetti e Mario Migliario e alla biologa Manuela Rizzi, nell’aprile del 2011 Renò fonda la start up. E racconta:
“Abbiamo usato tutti gli strumenti per finanziare le nuove imprese e fatto tutti gli errori possibili». Abbiamo comprato il nostro brevetto dall’università, con 45 mila euro, e assunto due collaboratori”. Pochi mesi dopo tutto sembra fermarsi. Mancano risorse, proseguire sembra impossibile: “Lasciamo l’Italia, gli Usa ci corteggiano” dichiarava allora Renò. Poi arrivano il nuovo investitore Arrigoni e i fondi di «Smart&Start», l’incentivo dello Stato per le imprese innovative.
Intanto il ministero ha autorizzato la sperimentazione in laboratorio del cerotto che porta il gel a contatto con la pelle. Ma «Epinova» fa di più: va alla casa di riposo comunale di Novara e realizza test e cure «compassionevoli». Usa i suoi cerotti per le piaghe da decubito inguaribili: «Vedere il sollievo degli anziani e il sorriso di gratitudine dei loro familiari è stata una soddisfazione impagabile – dice Renò -. Anche il business deve avere un aspetto etico».
Entro la fine di febbraio arriverà il via libera dal ministero come medical device di classe 1, il dispositivo che agisce a livello più superficiale.