BERLINO – Non solo fastidiosa e spiacevole: l’infezione da Chlamydia può causare delle mutazioni nel Dna dell’organismo che la “ospita”, bloccando i meccanismi con cui normalmente il corpo impedisce la crescita sregolata di cellule geneticamente danneggiate e di fatto aprendo la strada al cancro. La scoperta è stata fatta da un’équipe di ricercatori del Max Planck Institute per la Biologia delle infezioni di Berlino (MPIIB).
La Chlamydia trachomatis è un microrganismo patogeno dell’uomo. E’ la principale causa dell’omonima malattia batterica sessualmente trasmissibile che ogni anno, in tutto il mondo, provoca oltre 90 milioni di nuovi casi di infezioni genitali.
Quasi il 70% delle donne con l’infezione da Chlamydia non hanno sintomi per anni. Ma questo non è un bene: anche quando non provoca sintomi, infatti, la Chlamydia può danneggiare gli organi riproduttivi della donna. E nemmeno i farmaci antibatterici standard riescono ad eradicare completamente l’infezione. Per questo è ancor più fondamentale evitare i rapporti sessuali non protetti.
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