Colesterolo, il succo di bergamotto aiuta a contrastarlo
15 Marzo 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – La lotta al colesterolo alto si fa anche e soprattutto tramite l’alimentazione. Ma se spesso si parla di cibi che andrebbero evitati, meno vengono ricordati quelli che andrebbero privilegiati. Come il bergamotto, un agrume dal sapore amaro ricco di proprietà e noto in particolare per gli effetti benefici che ha su chi soffre di colesterolo alto.
L’efficacia del bergamotto nel contrastare il colesterolo cattivo è stata provata da diversi studi. Infatti il succo di bergamotto contiene due sostanze della famiglia dei flavonoidi (esperetina e naringenina) che hanno gli stessi effetti anticolesterolo dei farmaci di sintesi (le statine, per esempio), ma senza gli effetti collaterali di queste ultime. Le molecole come le statine, all’interno dell’organismo inibiscono l’enzima reduttasi epatica che favorisce la sintesi del colesterolo nel fegato. Per questo motivo il bergamotto contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo totale.
Non solo: secondo molti studi, la somministrazione di succo di bergamotto non solo è in grado di diminuire il livello totale di colesterolo ma contribuisce anche alla diminuzione del colesterolo LDL (quello definito “cattivo”) e all’aumento del colesterolo HDL (colesterolo buono). A questo punto è facile intuire che il bergamotto andrebbe inserito nella nostra dieta quotidiana.
Come assumere il bergamotto? Si può mangiare come frutto, ma anche un succo, sia da solo oppure puoi allungandolo con acqua o succo d’arancia per ottenere una bibita fresca. Il frutto e il suo olio vengono ampiamente usati in cucina per aromatizzare, non solo il tè Earl Grey, ma anche caramelle, liquori, canditi, dolci e pure piatti salati. Le proprietà antidepressive, antisettiche e antibatteriche dell’olio essenziale di bergamotto, hanno fatto sì che venisse sfruttato a scopo curativo, come rimedio fitoterapico.
Attenzione però al fai da te: in caso di terapie anticoagulanti o altre terapie farmacologiche in corso, sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico curante, per evitare effetti collaterali e interazioni negative.