Colesterolo alto e trigliceridi: contrastali con la dieta mediterranea
5 Marzo 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – La dieta mediterranea è il miglior stile alimentare nel caso in cui si abbia come obiettivo quello di abbassare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue e trigliceridi. Molti esperti sono concordi nell’affermare che la dieta mediterranea, grazie alla varietà e qualità degli alimenti, rappresenti la nostra migliore alleata per stare in salute. Ora, dagli Stati Uniti è arrivato un ulteriore riconoscimento sui benefici che la dieta mediterranea assicura ai consumatori. Lo rende noto Confagricoltura sulla base della classifica stilata da Us News and World Report, autorità a livello mondiale nella consulenza ai consumatori, su 41 regimi alimentari.
Seguendo la dieta mediterranea, gli esperti americani hanno indicato che è possibile aumentare la longevità e prevenire una serie di malattie croniche non trasmissibili. “Questo ennesimo riconoscimento – ha dichiarato il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – conferma l’assoluta mancanza di fondamento delle indicazioni di nocività dei prodotti destinati all’alimentazione basate sul contenuto di grassi, zucchero e sale. Mi riferisco ai sistemi di etichettatura a ‘semaforo’ e ‘nutriscore’ in vigore in alcuni Stati dell’Unione Europea – ha precisato – senza dimenticare che nei mesi scorsi in seno all’Onu si è discusso, per fortuna senza esito, sul varo di politiche fiscali per dissuadere dal consumo di cibi insalubri, tra quali sarebbero rientrate alcune eccellenze del made in Italy agroalimentare”.
Il 16 novembre 2010, ricorda Confagri, la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità; un vero e proprio modello alimentare salubre, con valenza nutrizionale, sociale e culturale. “Se ne dovrebbe tener conto in tutti i consessi”, ha concluso il presidente della Confagricoltura, secondo il quale resta il fatto che i consumatori in tutto il mondo continuano ad apprezzare sempre di più i prodotti italiani.
Già nel 2017 Paolo Orlandoni, segretario della Sinuc (Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo) ha sottolineato che “L’adesione a un modello alimentare di tipo mediterraneo è associata a una riduzione del rischio e della mortalità per ictus, per il più alto livello di adesione alla dieta la riduzione del rischio è del 30%”.
La dieta mediterranea presenta un menù molto ampio ed eterogeneo e non esclude alcun tipo di alimento. Uno stile di vita costruito seguendo una piramide alimentare alla cui base troviamo l’acqua, che deve essere consumata tutti i giorni in grandi quantità (almeno due litri al giorno). Sempre in fondo alla piramide troviamo i cereali, come pane, pasta, riso, meglio se nella versione integrale.
Salendo attraverso la piramide, troviamo poi verdura e frutta di stagione: gli esperti raccomandano di assumerne almeno 5 porzioni al giorno, condite con al massimo due cucchiai di olio extravergine di oliva.
Infine troviamo la carne bianca, il pesce, le uova, i formaggi e il latte, che vanno consumati due volte a settimana. Al vertice della piramide si trovano la carne rossa e i dolci con zuccheri raffinati, da non escludere categoricamente ma, tuttavia, da mangiare raramente.