Salute

Con meno smart working più stress per bilanciare lavoro-famiglia

È cambiato, negli ultimi 10 anni, il modo in cui i cittadini vedono la figura dello psicologo: per il 53% degli italiani l’immagine di questi professionisti nella società è migliorata e l’80% ritiene che abbiano un ruolo nel ridurre stress o disagio. Uno stress che sembra crescere soprattutto a causa della difficoltà a bilanciare casa e lavoro, anche a seguito della riduzione dello smart working. Sono i risultati che emergono dall’indagine ‘Il ruolo degli psicologi secondo gli italiani’, realizzata dall’Istituto Piepoli e presentata agli Stati generali della professione, organizzati a Roma dal Consiglio degli Ordini degli psicologi (Cnop).

Rispetto alla rilevazione svolta in aprile, cresce la quota di quanti hanno fatto ricorso allo psicologo (sono il 23%, +6%) e di quanti, di fronte a un problema, lo affronterebbero facendo ricorso a un professionista (53%, +6%).

“Si conferma il ruolo determinante del Bonus psicologico, conosciuto da 7 su 10 – spiega Livio Gigliuto, presidente esecutivo dell’Istituto Piepoli – la cui notorietà è cresciuta del 18% in un anno: più di un italiano su due (56%) ritiene che potrebbe spingerlo a rivolgersi a un esperto, qualora ne avesse bisogno”. Inoltre, oltre il 90% vorrebbe lo psicologo a scuola e negli ospedali, ma una larga maggioranza lo vorrebbe anche nei luoghi dello sport e del lavoro.

Stress in aumento a causa della riduzione dello smart working

Lo Stressometro contenuto nell’indagine rivela anche che lo stress percepito dagli italiani è in lieve calo rispetto a quello rilevato all’inizio della guerra in Ucraina ma sempre più correlato alla situazione lavorativa, come afferma il 18% degli intervistati.

In particolare segna un +5% le difficoltà di conciliare il lavoro con la famiglia, soprattutto nella fascia 35-54 anni (tra cui è ritenuto un problema da 2 persone su 10): è questa infatti la “più colpita dal rientro in ufficio dopo fasi più intense di smart working”, precisa Gigliuto.

“Sempre più italiani si rivolgono alla nostra professione – spiega il presidente Cnop Davide Lazzari – . Quando si domanda loro di cosa si occupa lo psicologo, la riposta più frequente è aiuta le persone a vivere meglio, come ritiene il 39% di loro e in particolare il 54% nella fascia 18-34 anni”.

Claudia Montanari

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