Contro la congiuntivite l’antibiotico spesso non serve, visto che nella maggior parte dei casi si tratta di infezione dovuta a virus, contro cui questi farmaci non sono efficaci. Eppure il 60% di chi soffre di congiuntivite ha una prescrizione per un collirio antibiotico. L’allerta arriva da uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato dalla rivista Ophthalmology, secondo cui la decisione di prescrivere o no il farmaco dipende da chi fa la diagnosi.
I ricercatori dell’università del Michigan hanno analizzato i dati di oltre 300mila persone a cui era stata diagnosticata una congiuntivite acuta, dati ricavati da una delle più grandi assicurazioni private statunitensi.
Al 60% di questi pazienti era stato prescritto un collirio antibiotico, mentre al 20% addirittura un collirio con l’antibiotico e anche un cortisone, che può prolungare o peggiorare l’infezione. Questo, precisano gli autori, a fronte di studi secondo cui l‘80% dei casi di congiuntivite è virale o allergica, e anche quelle batteriche guariscono da sole in pochi giorni.
L’83% dei pazienti aveva avuto la diagnosi dal medico di base o al pronto soccorso, e la probabilità di avere una prescrizione di antibiotico in questi casi è risultata tre volte maggiore rispetto ai casi diagnosticati dall’oftalmologo.
L’uso eccessivo di antibiotici, però, sottolinea lo studio, può portare a fenomeni di resistenza, oltre che peggiorare le infezioni. “Tra i motivi per questa sovraprescrizione – spiegano – c’è il fatto che è molto difficile distinguere tra congiuntiviti virali, batteriche o allergiche, perché i sintomi sono sovrapponibili. I medici potrebbero prescrivere l’antibiotico per eccesso di cautela. I pazienti inoltre non conoscono i rischi relativi all’uso degli antibiotici”.
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