La crisi fa male alla salute. Boom di psicofarmaci in Portogallo
1 Ottobre 2013 - di Mari
LISBONA – La crisi fa male alla salute. Lo si vede già in Portogallo, dove il consumo di psicofarmaci è in costante aumento: nei primi otto mesi dell’anno vi è stato un incremento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2012.
I dati arrivanno da una ricerca della società di consulenza IMS Health che ha calcolato che ogni giorno vengono vendute in media circa 75 mila confezioni di antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, tranquillanti, ipnotici e sedativi.
L’aumento del consumo di antidepressivi è stato costante negli ultimi anni (quasi un milione di pacchetti tra il 2008 e il 2012), facendo del Portogallo uno dei Paesi in cui, percentualmente, vi è il maggior numero di consumatori.
Il fenomeno preoccupa gli psichiatri, che fanno notare che circa il 15% della popolazione soffre di disturbi psichiatrici di ansia e di depressione grave o moderata (studio fatto nel 2010), una percentuale che è fino a due volte quella di altri Paesi europei, come, per esempio, la Germania.
Ciò che preoccupa soprattutto gli esperti di salute mentale è l’aumento delle vendite dei cosiddetti benzodiazepine, tranquillanti e sedativi che provocano dipendenza e che, dopo alcuni anni di vendite normali, hanno registrato un’impennata.
Gli esperti non escludono che alla base di questo fenomeno vi sia una relazione di causa-effetto dovuta alla crisi. Come ha spiegato Luisa Figueira, presidente della Società Portoghese di Psichiatria e Salute Mentale (SPPSM), “spesso i medici di famiglia ci inviano i pazienti con episodi di depressione, ponendo la cause della disoccupazione e gravi difficoltà economiche”.