Depressione e osteoporosi, antidepressivi rendono ossa fragili
11 Settembre 2016 - di Mari
ROMA – Depressione e osteoporosi, attenzione ai farmaci: gli antidepressivi rendono le ossa più fragili. La maggior parte delle ricerche sottolineano una correlazione tra le due patologie non solo nelle donne in menopausa, ma anche negli uomini e nei giovani.
Le cause di osteoporosi nel paziente depresso possono dipendere da alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (con alterata secrezione di cortisolo), dall’aumento della produzione di fattori infiammatori, le citochine, dall’ipovitaminosi D e dal ridotto rilascio di un fattore di crescita, l’insulin-like growth factor, che stimola la funzione delle cellule osseocostruttrici, gli osteoblasti.
Sotto accusa sono in particolare i farmaci antidepressivi che riducono la ricaptazione della serotonina, neurotrasmettitore i cui recettori sono presenti sia nelle cellule che distruggono il tessuto osseo, sia nelle cellule deputate alla sua costruzione. Chi li assume può avere un aumento del riassorbimento osseo, che si traduce in una riduzione della massa ossea.
Come spiega la dottoressa Maria Luisa Brandi, professore ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università di Firenze, al Corriere della Sera,
Per prima cosa il paziente depresso deve prestare maggiore attenzione alla diagnosi di fragilità ossea. In caso di depressione, soprattutto se di lunga durata e di trattamento con farmaci serotoninergici, sarà utile effettuare una densitometria ossea a livello lombare e femorale con la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC). Insieme a questo esame strumentale (indispensabile per la diagnosi di osteoporosi) è raccomandabile l’esecuzione di esami biochimici del sangue che includano: calcemia, vitamina D, fosfatasi alcalina ossea e paratormone. Questo permetterà di evidenziare un’eventuale condizione di fragilità ossea, che potrà essere trattata farmacologicamente con vitamina D e farmaci antifratturativi. Per questi pazienti sarà poi necessario instaurare una sorveglianza accurata sull’aderenza alla terapia con antifratturativi e una prevenzione delle cadute. Questo ridurrà il rischio che pazienti già diagnosticati come depressi possano fratturarsi con costi sociali aggiuntivi relativi alla frattura e al potenziale aggravarsi della malattia psichiatrica.