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Depressione, il cibo che aiuta la mente

ROMA – Mitigare i sintomi della depressione con il cibo. Una “dieta” per l’umore studiata da diversi scienziati che fa leva sulla psicobotica, la disciplina che studia il rapporto tra l’alimentazione e la mente. E allora ecco quali sono i cibi che aiutano a stare meglio. Fabio Di Todaro sul quotidiano La Stampa traccia una lista degli alimenti più consigliati, che danno visibili benefici a chi soffre del “male oscuro”.

Innanzitutto il consiglio degli esperti, ed in particolare di Drew Ramsey, docente di psichiatria alla Columbia University di New York, è di mangiare in maniera equilibrata, tenendo conto che il 95 per cento dei recettori per la serotonina (su cui va ad agire una specifica categoria di antidepressivi) si trova nell’epitelio intestinale. Quindi favorire gli alimenti di tipo vegetale. Ma se si pensa che un’alimentazione vegetariana o vegana siano la soluzione, non è così. L’ideale è scegliere sì soprattutto frutta e verdura, ma anche pesce e carne allevata in modo sano.

Scrive Di Todaro:

A fare la differenza, nel complesso, alcuni macro e micronutrienti: come gli acidi grassi omega 3, il magnesio, il calcio, le fibre e le vitamine B1, B9, B12, D ed E. Sarebbero questi, secondo Ramsey, a determinare «la stabilizzazione della membrana neuronale e gli effetti antiinfiammatori», che sono poi le stesse due risposte che si punta ad avere per ridurre l’incidenza (oltre che per controllare il decorso) delle malattie neurodegenerative.

La centralità della vitamina B12 fa però capire come il segreto non sia essere vegetariani, visto che il composto è contenuto principalmente negli alimenti di origine animale. Secondo Charles Reynolds, docente di psichiatria geriatrica all’Università di Pittsburgh, «occorre piuttosto aiutare i pazienti a scegliere carne di migliore qualità: meglio se gli animali si sono nutriti con erba e hanno pascolato all’aperto, prima di essere macellati».

Ecco quindi l’elenco degli alimenti da privilegiare:

  • verdura a foglia verde
  • frutta secca (nocciole, noci, arachidi)
  • cefalopodi (polpi, calamari, lumache)
  • molluschi (cozze, vongole, ostriche)
  • pesce (alici, sarde, sgombri)
  • cautela con i pesci di grande taglia, visto il rischio che contengano elevate quantità di mercurio
  • acqua, bevanda da prediligere
  • carboidrati complessi, che vengono metabolizzati più lentamente e mantengono costante la concentrazione di zuccheri nel sangue
  • frutta
  • verdura, soprattutto a foglia verde

Sottolinea Di Todaro:

Le evidenze epidemiologiche iniziano a dunque essere solide, al punto da aver spinto due gruppi di ricerca australiani ad avviare il primo studio clinico randomizzato mirato a testare l’effetto di una dieta ricca delle presunte sostanze benefiche in persone affette da sindromi depressive di moderata e grave entità. I risultati definitivi giungeranno entro la fine dell’anno, ma quelli preliminari sono stati definiti da Ramsey «positivi, oltre le nostre aspettative».

 

 

 

Mari

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