Depressione in gravidanza, si potrà prevedere con un prelievo
4 Febbraio 2022 - di Claudia Montanari
Un test del sangue per predire la depressione in gravidanza. È la promessa di uno studio pubblicato sulla rivista Translational Medicine. Nello specifico, attraverso i segni di infiammazione presenti nel sangue sarebbe possibile diagnosticare anticipatamente la futura presenza della depressione nelle donne in attesa.
La spiegazione scientifica
Lo studio è stato condotto presso il Van Andel Institute e Pine Rest Christian Mental Health Services della Michigan State University. Ha selezionato 15 molecole plasmatiche predittive del rischio di depressione in gravidanza e post-partum. Ha coinvolto 114 donne seguite per tutta la gravidanza e nel post-partum. Sono state sottoposte a più riprese a prelievi di sangue e a questionari per stabilire eventuale presenza o comparsa di disturbi depressivi nel corso della gestazione.
Gli esperti hanno identificato 15 molecole infiammatorie altamente predittive del rischio di soffrire di disturbi depressivi in gravidanza e nel post-parto.
Eric Achtyes, del Pine Rest, coordinatore dello studio, ha spiegato: “Avere un metodo obiettivo e facile come un test del sangue per stabilire il rischio di depressione in gravidanza è molto importanti. Infatti, fornisce uno strumento unico per aiutare a identificare le donne che potrebbero soffrire di disturbi depressivi durante i nove mesi e dopo la nascita del bebè”. “I nostri risultati rappresentano un importante primo passo verso l’uso di questa metodologia nella pratica clinica. Il prossimo passo – ha aggiunto – sarà replicare i nostri risultati su un campione più cospicuo di donne e verificare le diverse soglie di rischio depressione” con le molecole del sangue.
“La depressione non è qualcosa che accade solo nel cervello, le sue impronte sono ovunque sul corpo, anche nel sangue” ha spiegato l’altro coordinatore del lavoro Lena Brundin. “La capacità di prevedere la depressione in gravidanza e prevedere la sua gravità sarà cruciale per proteggere la salute di mamme e neonati. I nostri risultati rappresentano un importante passo in questa direzione”.