Depressione si eredita. Ma solo da madri a figlie
28 Gennaio 2016 - di Mari
SAN FRANCISCO – Depressione ereditaria: questa malattia psicologica è un “dono” che le madri trasmettono alle figlie. Ebbene sì: alle femmine tocca anche questa sorte.
Tutto è dovuto ad un altro “dono” che le madri fanno alle figlie femmine: il circuito cerebrale “emozionale”, ovvero quello coinvolto nella regolazione dei disturbi dell’umore e delle emozioni. A queste conclusione è arrivato uno studio della University of California di San Francisco pubblicato sul Journal of Neuroscience.
I ricercatori californiani hanno scoperto che la dimensione di questa struttura cerebrale viene tramandata attraverso la linea femminile della famiglia, e solo questa. In particolare, gli scienziati ritengono che il cablaggio della struttura del cervello che viene trasmessa dalla madre, noto come sistema corticolimbico, può essere un fattore che contribuisce alla propensione o alla resistenza alla depressione.
Il sistema corticolimbico comprende l’amigdala, l’ippocampo, la corteccia cingolata anteriore e le regioni cerebrali della corteccia prefrontale ventromediale. Questo studio, che ha coinvolto 35 famiglie, ha dimostrato che i circuiti cerebrali coinvolti hanno meno possibilità di essere tramandati dalle madri ai figli maschi o dai padri ai figli di entrambi i sessi.
I risultati di questo studio dimostrano per la prima volta che la struttura del cervello implicata nella depressione può essere ereditata.
Come ha spiegato uno degli autori della ricerca, il professor Fumiko Hoeft,
“Questa scoperta non significa che le madri sono necessariamente responsabili della depressione delle figlie. Nella depressione giocano un ruolo molti fattori, geni che non sono ereditati dalla madre, l’ambiente sociale e le esperienze di vita, per citarne alcuni. La trasmissione madre-figlia è solo un pezzo. Ma questo è il primo studio che colma la ricerca animale e quella clinica umana e mostra una possibile trasmissione matrilineare dei circuiti cortolimbici umani coinvolti nella depressione”.