Diabete e infarto, dormire troppo nel week end può far male
23 Novembre 2015 - di Mari
PITTSBURGH – Amanti delle dormite durante il fine settimana, attenzione: passare il sabato e la domenica a letto potrebbe far male alla salute, e soprattutto aumentare il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiache. Anche moderati cambiamenti sulla sveglia, come alzarsi presto durante la settimana o dormire di più nel giorno di riposo, possono provocare problemi di salute: questo è quanto emerso da uno studio della University of Pittsburgh (Stati Uniti), pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
Da tempo era noto che chi fa un lavoro a turni ha una salute peggiore, a causa della continua alterazione del sistema circadiano, ovvero dell’orologio naturale del corpo. In quest’ultimo studio i ricercatori hanno analizzato le abitudini di sonno di un gruppo di 447 uomini e donne di età fra i 30 e i 54 anni, che hanno lavorato per almeno 25 ore alla settimana fuori casa.
I loro ritmi sono stati monitorati attraverso un braccialetto speciale, che ha misurato il movimento e il sonno per 24 ore al giorno per tutta una settimana. I volontari hanno anche compilato dei questionari riguardanti la dieta e l‘attività fisica.
Ebbene, sono state verificate evidenti variazioni nel modello di sonno tra i giorni liberi e quelli di lavoro. I partecipanti che avevano un maggiore disallineamento tra i modelli di sonno nei giorni liberi e quelli nei giorni di lavoro tendevano ad avere livelli più elevati di grasso nel sangue, alti livelli di insulina a digiuno, maggiore circonferenza della vita, un indice di massa corporea più elevato e sono risultati più resistenti all’insulina rispetto a coloro che hanno un cosiddetto “jetlag sociale” minore.
Come ha sottolineato Patricia Wong, autrice dello studio,
“questo è il primo studio che dimostra che il cosiddetto jetlag sociale può contribuire a problemi metabolici, anche negli adulti lavoratori sani che sperimentano una gamma meno estrema di disallineamenti nel loro schema di sonno. Questi problemi metabolici possono contribuire allo sviluppo dell’obesità, del diabete e di malattie cardiovascolari”.