Diabete e parodontite: un pericoloso legame poco conosciuto
14 Novembre 2016 - di Mari
ROMA – Diabete e parodontite: un legame poco conosciuto. I quasi quasi milioni di diabetici italiani, a cui si aggiunge un altro milione di persone che non sanno di avere la glicemia alta, hanno un rischio tre volte più elevato di sviluppare un‘infiammazione alle gengive o, se già ne soffrono, di vederla peggiorare. Gli otto milioni di italiani con una parodontite grave, a cui se ne aggiungono altri 12 con segni di infiammazione gengivale, hanno una maggiore probabilità di ammalarsi di diabete o, se sono già malati, di controllare peggio la glicemia, esponendosi al pericolo di complicanze.
I dati arrivano dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SidP), e sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale del Diabete fissata per oggi, lunedì 14 novembre, con l’invito a tutti gli italiani e soprattutto ai pazienti con diabete a controllare la salute delle gengive, e a chi ha una parodontite di controllare più spesso la glicemia e l’emoglobina glicata ( indice del controllo glicemico).
Spiega Claudio Gatti, presidente SidP:
“I diabetici hanno una probabilità più alta di soffrire anche di parodontite e di rispondere peggio alle cure odontoiatriche, soprattutto se non c’è un buon controllo della glicemia. Inizialmente la gengiva si infiamma e appare più rossa, gonfia e con la tendenza a sanguinare, poi il problema progredisce andando a interessare i tessuti più profondi fino all’osso di supporto, che può pian piano riassorbirsi fino a portare alla perdita di uno o più denti. Se viene diagnosticato il diabete, quindi, è necessario fare subito una visita dal parodontologo e sottoporsi a un regolare monitoraggio, per evitare che si sviluppi la malattia o per intercettarla precocemente e poterla curare con successo”.
Serve attenzione anche nel caso contrario, quando il paziente soffre di parodontite, perchè la malattia influenza il controllo e la progressione del diabete favorendo l’innalzamento della glicemia; in casi gravi può anche concorrere al suo sviluppo, perché peggiora il controllo degli zuccheri nel sangue.