Diabete e alimentazione, cosa mangiare secondo gli esperti
14 Novembre 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati di glucosio nel sangue. Esistono due tipi di diabete, quello di tipo 1, che insorge tra l’infanzia e l’adolescente e si contraddistingue per l’incapacità del pancreas di produrre insulina, e il diabete di tipo 2, la forma più comune, in cui il pancreas funziona bene ma le cellule del corpo non sono in grado di utilizzare l’insulina prodotta, in modo corretto. Quando si parla di diabete, seguire una alimentazione sana ed equilibrata è il primo sia per prevenire la malattia e sia per gestirla in modo sereno. A tal proposito, la Società Italiana di Diabetologia (SID), in occasione della Giornata mondiale del diabete che si celebra il 14 novembre , ha proposto una serie di ricette gustose e utili ai fini della prevenzione del diabete.
Si tratta di un’iniziativa che, partendo dalle varie cucine regionali, si propone di aiutare l’utenza a portare in tavola cibi salutari e nel contempo buoni. Dalle fave e cicoria pugliesi alla minestra di fagioli e cavolo alla fiorentina, dalla zuppa di zucca alla milanese agli arancini e caponata ‘light’ siciliani, si tratta di un vero e proprio ‘giro d’Italia’ a tavola con ricette rigorosamente ‘diabetically correct’, in cui trionfano gusto e Dieta mediterranea.
“L’idea alla base di questa iniziativa – spiega Agostino Consoli, presidente eletto Sid – è quella di raccogliere delle ricette regionali che insegnino a confezionare cibi sani, ma al tempo stesso buoni. Perché l’aforisma ‘se è buono fa male’ è una ‘oldfake news'”.
E per alcune di esse, sottolinea il presidente Sid Francesco Purrello, “stiamo mettendo a punto delle vere e proprie video-ricette con l’aiuto di chef stellati, da proporre al grande pubblico sui social per dare la massima diffusione a questo piacevole messaggio di prevenzione”. La dieta ideale per la prevenzione e il trattamento delle persone con diabete, spiegano i diabetologi, prevede una alimentazione ricca di fibre (da ortaggi, frutta, cereali non raffinati) e povera di grassi animali, mentre le fonti di carboidrati da preferire sono cereali integrali, frutta, legumi e vegetali. Inoltre, un’introduzione moderata di alcol, fino a 10 grammi al giorno nella donna e 20 grammi al giorno nell’uomo, è accettabile, tranne che nei soggetti obesi o con elevati valori di trigliceridi. Non ci sono invece prove scientifiche dell’utilità di somministrare alle persone con diabete supplementi vitaminici e anche l’uso di alimenti ‘dietetici’ per diabetici non è supportato da evidenze scientifiche.
“L’alimentazione – sottolinea Giorgio Sesti, presidente della Fondazione Diabete e Ricerca – è una delle pietre miliari nella prevenzione e nel trattamento del diabete tipo 2. Essa ha come obiettivo non solo il miglioramento del controllo glicemico e degli altri fattori di rischio cardio-metabolici, ma anche la riduzione delle malattie cardiovascolari”. Gli esperti mettono però in guardia dalle ‘nuove’ diete: “Le evidenze scientifiche disponibili non consentono di valutare – avverte Sesti – gli effetti a lungo termine delle diete vegetariana, vegana, chetogenica e paleolitica sul diabete tipo 2 e le sue complicanze. Viceversa la Dieta mediterranea, basata sull’introito di alimenti ricchi di fibre, provenienti da ortaggi, frutta e cereali non raffinati e povera di grassi di origine animale, è stata ampiamente studiata dimostrando i suoi benefici sia sul controllo del diabete sia sul rischio cardiovascolare”.
Così, l’aderenza a un modello alimentare mediterraneo, conclude l’esperto, “riduce l’incidenza del diabete del 52% rispetto a una dieta povera di grassi”.