Diabete, la bevanda per la colazione che tiene a bada la glicemia
24 Settembre 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – Quando si ha il diabete, tenere sotto controllo l’alimentazione è molto importante. Anche se non esiste una dieta specifica per chi soffre di diabete e che ogni caso è a sé, gli esperti concordano sul fatto che, chi soffre di questa malattia cronica, una dieta sana è costituita per il 40% – 60% di calorie da carboidrati, per il 20% da proteine e per il 30% o meno da grassi.
L’alimentazione dei diabetici dovrebbe essere a basso contenuto di colesterolo (soprattutto per gli obesi), con poco sale e zuccheri aggiunti. Inoltre, dovrebbe tenere conto dell’indice glicemico degli alimenti, ovvero la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di un quantitativo dell’alimento contenente 50 g di carboidrati.
Ciò che mangi e bevi può aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue, e bere un particolare drink a colazione può aiutare a prevenire l’aumento di glicemia. Secondo alcuni studi, bere caffè a colazione è un buon modo naturale per contrastare i picchi glicemici.
Un documento di revisione in cui sono stati esaminati 30 studi scientifici su una popolazione di 1,2 milioni di persone ha suggerito che il caffè riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 di circa il 30%. Nello specifico, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 diminuirebbe rispettivamente del 7% in caso di caffè con caffeina e del 6% in caso di caffè decaffeinato per tazza al giorno. L’analisi è stata pubblicata su Nutrition Reviews nel 2018. Gli autori dello studio hanno esaminato i meccanismi biochimici della bevanda: in particolare, grazie alle sue proprietà antiossidanti, l’assunzione a lungo termine della bevanda nera può ridurre lo stress ossidativo, associato, oltre che a numerosi effetti avversi sulle funzioni cardiovascolari, metaboliche e renali, anche all’insorgenza di diabete di tipo 2.
Numerose ricerche hanno inoltre dimostrato che il consumo regolare di caffè può ridurre i livelli dei marcatori pro-infiammatori e di conseguenza l’infiammazione cronica di basso grado, che è stata collegata a disturbi cardiovascolari e metabolici, come il diabete di tipo 2.
Nel 2016 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso il caffè dalla lista dei possibili cancerogeni per gli esseri umani e numerose ricerche scientifiche affermano che il consumo moderato, 3-5 tazzine al giorno, è protettivo verso una serie di patologie come il tumore al fegato e all’endometrio. E riduce fino al 27% il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.
Gli autori della review sottolineano comunque che sono necessari studi a lungo termine per confermare l’associazione protettiva e per approfondire i meccanismi della relazione.
Naturalmente, è importante che il caffè venga assunto senza zucchero. L’aggiunta di latte, panna o zucchero al caffè aumenta il conteggio complessivo delle calorie e può influire sui livelli di zucchero nel sangue.