Diabete, il farmaco che riduce la glicemia e fa dimagrire
27 Settembre 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – Quando si soffre di diabete è molto importante tenere sotto controllo la glicemia. Ora però arriva una buona notizia per chi combatte contro questa malattia cronica. Un farmaco sperimentale contro il diabete, ad azione multipla, riduce la glicemia (zucchero nel sangue) senza effetti avversi su ossa e muscoli, inducendo il dimagrimento (con perdita solo di massa grassa) e migliorando la densità ossea. Lo rivela uno studio preclinico condotto da Mark Febbraio della Monash University in Australia e pubblicato sulla rivista Nature.
Si stima che 370 milioni di persone nel mondo soffrano di diabete di tipo 2, e che questa cifra sia destinata a raddoppiare entro il 2030 a causa dell’epidemia di obesità. Ci sono diversi farmaci già in uso contro il diabete, ma la ricerca di nuovi principi attivi più efficaci e con meno effetti avversi non conosce tregua.
Gli scienziati australiani hanno sviluppato il farmaco a partire da un bersaglio d’azione da loro prescelto, il recettore ‘gp13’, scoperto avere effetti vantaggiosi sul metabolismo. Partendo dalla ‘serratura’ gp13, gli scienziati hanno ‘forgiato’ una chiave molecolare ad hoc, chiamata IC7Fc, perfetta per legarsi a gp13. Quando i ricercatori hanno iniettato IC7Fc in topi con il diabete, sono stati molteplici gli effetti positivi indotti dalla molecola, oltre alla riduzione della glicemia; ad esempio gli animali hanno iniziato a mangiare meno e a dimagrire, perdendo però solo massa grassa e non massa muscolare. Inoltre il farmaco favorisce l’aumento della densità ossea.
Secondo gli esperti australiani IC7Fc è un possibile asso nella manica contro il diabete, proprio per i suoi molteplici effetti: rispetto alla tanto prescritta metformina, ad esempio, IC7Fc stimola il dimagrimento (e per alcuni pazienti diabetici già solo il fatto di dimagrire migliora di molto la gestione della malattia, quando non addirittura contribuisce alla guarigione). Inoltre, il fatto che IC7Fc faccia perdere selettivamente massa grassa e non muscolo e che aumenti la densità ossea ne fa un ottimo candidato come farmaco specifico per il paziente anziano. Si tratta ovviamente di studi ancora preliminari i cui risultati andranno confermati, concludono i ricercatori che al momento stanno raccogliendo i finanziamenti per iniziare gli studi clinici.
“I risultati di questo studio preclinico sono estremamente interessanti – afferma in un commento all’ANSA Francesco Purrello dell’Università di Catania e presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID). La ricerca scientifica in ambito diabetologico è molto attiva e promettente. Questa molecola spicca per le azioni molteplici su diversi tessuti che hanno un ruolo essenziale nello sviluppo del diabete e delle sue complicanze – continua Purrello. Appartiene alla famiglia denominata “multitasking” – spiega il diabetologo – e sembra agire sulla insulina-resistenza a livello del muscolo e del tessuto adiposo, ma anche del fegato”.
“Contemporaneamente – prosegue l’esperto – agisce anche sul rilascio (secrezione) di insulina e glucagone (i due principali ormoni che regolano la glicemia). In particolare, quest’ultimo effetto protegge da indesiderate crisi ipoglicemiche (ovvero quando la concentrazione di zucchero nel sangue scende troppo). Aspettiamo con ansia e curiosità l’avvio delle sperimentazioni cliniche”, conclude Purrello.