scegliete gli abbinamenti giusti

Con il diabete posso mangiare pane e pasta? Le considerazioni del diabetologo

18 Aprile 2020 - di Claudia Montanari

Chi soffre di diabete può mangiare pasta o pane? Questa è una delle domande più diffuse tra i pazienti diabetici e su cui medici e diabetologi hanno necessità di fare chiarezza. Per riuscire a gestire il diabete, infatti, è fondamentale tenere sotto controllo la propria dieta ma, soprattutto sul web, il paziente diabetico può incappare in notizie false parzialmente false che possono indurre confusione.

Il professor Enzo Bonora, ordinario di endocrinologia dell’Università di Verona e direttore del reparto di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, ha attivato sulla sua pagina Facebook una rubrica contro le fake news, in cui spiega se, come e quanto determinati alimenti (per esempio la cioccolata) possano essere assunti da chi ha il diabete. Nelle ultime ore, il professore si è occupato della pane, pasta, riso e cereali in genere.

Premesso che ogni persona diabetica reagisce e risponde alla malattia in modo diverso e deve far sempre riferimento ai consigli del proprio medico, alcuni suggerimenti che fanno riferimento alle linee guida sono sempre validi.

Perché è importante assumere carboidrati

Innanzitutto, il professore spiega: “Ho già detto, in modo netto, che l’uomo non può fare a meno dei carboidrati e che esistono in letteratura dati solidi e affidabili che dimostrano che quando la quota dei carboidrati che contribuiscono alle calorie introdotte quotidianamente scende al di sotto del 40%, le persone muoiono di più. Allo stesso modo, si muore di più quando la percentuale di carboidrati che contribuisce alle calorie giornaliere supera il 60%”.

L’importanza dei cereali

Per raggiungere la quota giornaliera necessaria, l’uomo deve far ricordo ai cereali. Oltre ai cereali, infatti, i carboidrati si trovano nella verdura, nella frutta, nella frutta a guscio, nei legumi, nel latte e nel formaggio. Tuttavia, in questi alimenti la quantità di carboidrati è bassa, si aggira intorno ai 5-10 gr ogni 100 grammi di prodotto. Questo vuol dire -spiega il professore- che chi vorrebbe assumere la quantità di carboidrati giornaliera solo dalla verdura, per esempio, dovrebbe mangiarne almeno 5 chili, oppure bere 5 litri di latte al giorno. “In sostanza -continua il professore- riuscire a mettere insieme la quota di carboidrati solo da questi alimenti è pressoché impossibile. Per questo motivo i cereali non possono non essere presenti nell’alimentazione quotidiana”. Inoltre, “i cereali integrali sono associati a una minore mortalità cardiovascolare, a una minore mortalità per tumori e a una minore comparsa di diabete”.

Dove sono i cereali e alcuni chiarimenti sulle leggende metropolitane:

I cereali si trovano nel pane e nei prodotti simili al pane, nella pasta, nel riso e nei prodotti similari. Il professore però sottolinea “scegliere di mangiare i grissini, per esempio, al posto del pane, non è una scelta molto intelligente perché in termini di carboidrati, di grassi e di calorie i grissini, i cracker o anche le gallette di riso sono peggio del pane, e molto peggio del pane integrale. Il pane integrale rappresenta la scelta migliore visto che contiene il più basso indice glicemico e la minore quantità di grassi e calorie rispetto agli altri cereali.

Per quanto riguarda pasta, riso o similari, il professore spiega: “la migliore scelta è sempre quella integrale. La pasta integrale è quella che ha il più basso indice glicemico ed è quella che, in termini di innalzamento della glicemia, ha l’impatto minore, soprattutto se è molto molto al dente. L’indice glicemico della pasta integrale è anche più basso di quello dell’orzo o del farro. Risulta perfetta quindi per chi soffre di diabete.

“Alimenti come grano saraceno, quinoa o del kamut -sottolinea poi il professore- non hanno un indice glicemico migliore della pasta integrale.

Infine, il professore fa una precisazione sul riso: “il riso è, tra i cereali, quello che innalza più di tutti la glicemia, soprattutto quando è scotto. Si ha un vantaggio quando il riso è molto al dente o, anche in questo caso, quando scegliamo riso integrale”.

In conclusione: i carboidrati sono necessari per il nostro benessere, così come i cerali. La cosa importante è saper scegliere, saper cuocere e, soprattutto, saper tenere sotto controllo le quantità perché, come spiega il professore: “puoi scegliere l’alimento con indice glicemico più basso del mondo, ma se se ne mangi tanto, la glicemia salirà”.

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