Colesterolo e diabete, dieta ricca di proteine animali ne aumenta il rischio

Diabete, la buona abitudine per gestirlo in modo naturale

28 Luglio 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Gestire il diabete non è mai semplice ma un recente studio ha dimostrato che iniziare a seguire una buona abitudine può aiutarci a tenere sotto controllo la malattia in modo naturale e semplice. Nello specifico, secondo i risultati dello studio apparso sulla rivista Diabetes & Metabolism, iniziare a scegliere cibi naturali e locali a scapito di alimenti trasformati non solo aiuta a ridurre il grasso sulla pancia ma anche le complicanze derivate da diverse malattie e fattori di rischio come diabete, pressione alta e colesterolo alto. Lo studio è ancora su piccola scala, ma i risultati sono molto interessanti.

Come sappiamo, il cibo ha un enorme impatto sulla nostra salute generale. Il fatto che malattie come diabete di tipo 2 e obesità siano molto comuni nella cultura occidentale è un chiaro segnale che, nel complesso, le nostre abitudini alimentari non siano eccellenti. Per questo motivo è molto importante adottare uno stile di vita sano e seguire una dieta equilibrata e mirata a tenere sotto controllo il diabete. Una alimentazione di questo tipo dovrebbe includere molta frutta, verdura, cereali integrali e limitare al massimo l’assunzione di zuccheri, sali e grassi cattivi.

Negli ultimi mesi Ladyblitz si è concentrata molto sull’analisi di diversi studi che hanno avuto come scopo quello di capire l’impatto dei cibi cosiddetti “ultra-trasformati” nel confronti della nostra salute e soprattutto del diabete. Nel complesso, le ricerche hanno concluso che, in effetti, questo tipo di alimenti è dannoso per la nostra salute a causa soprattutto dell’alto contenuto di grassi, zucchero e sale.

Un recente studio si è concentrato sugli additivi alimentari negli alimenti trasformati. Secondo gli autori, questi additivi includono sostanze chimiche che l’industria alimentare utilizza per rendere gli alimenti “appetibili, durevoli e trasportabili su lunghe distanze”. Per questo studio, che è stato condotto in Italia, i ricercatori hanno iniziato ad analizzare invece l’effetto del consumo di cibi locali. Invece di concentrarsi sul contenuto di grassi e zuccheri, si sono interessati esclusivamente agli additivi. In particolare, l’esperimento si è concentrato su formaggi, salumi, pasta, dolci, biscotti e cioccolato, la cui produzione avviene in luoghi diversi e distanti tra loro. Invece di chiedere ai partecipanti di eliminare questi prodotti dalla loro dieta, il team ha chiesto loro di procurarsi questi alimenti ma in modo locale, scegliendo tra le specialità del luogo.

Test degli additivi: complessivamente, 159 partecipanti sani hanno completato lo studio durato 6 mesi. Gli scienziati hanno valutato una serie di parametri tra cui altezza, peso, pressione sanguigna. Tra le altre cose, hanno misurato il grasso complessivo e il grasso addominale dei partecipanti e i loro livelli di ansia e depressione, utilizzando un questionario standard chiamato Beck Depression Inventory. Sono stati anche prelevati campioni di sangue per misurare la glicemia a riposo e i livelli di potassio, sodio, insulina, creatina e peptide C (la misura della quantità di insulina prodotta dal nostro corpo). All’inizio dello studio, non c’erano differenze significative tra i due gruppi.

Acquisto di cibi locali: i partecipanti sono stati suddvisi in due gruppi. I ricercatori hanno chiesto ai membri del primo gruppo di acquistare formaggio, salsiccia, pasta fresca, dolci, biscotti e cioccolato da produttori locali. Come spiegano gli autori, prima dello studio, questi produttori erano stati sottoposti a controlli da “un esperto del settore della produzione alimentare per garantire che non fossero utilizzati additivi” e che tutta la produzione fosse locale. Ad esempio, i formaggi contenevano solo latte, sale e caglio, mentre i dolci non contenevano aromi chimici, antiossidanti , monogliceridi e digliceridi, additivi che i produttori usano spesso per migliorare il volume e la consistenza di un prodotto.

I partecipanti del secondo gruppo hanno invece acquistato questi prodotti nei supermercati. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di entrambi i gruppi di seguire la dieta mediterranea e di tenere un diario alimentare dettagliato. Complessivamente, entrambi i gruppi hanno consumato una quantità simile di calorie.

I risultati: in entrambi i gruppi, l’indice di massa corporeae i livelli di sale nel sangue erano inferiori rispetto ai valori iniziali. Tuttavia, sono state riscontrate alcune differenze sostanziali. I ricercatori hanno scoperto che, dopo 6 mesi, i partecipanti facenti parte del primo gruppo avevano punteggi complessivi significativamente migliori e i livelli di glucosio a digiuno più bassi rispetto a quelli del secondo gruppo. Inoltre, rispetto all’inizio dello studio, i partecipanti del primo gruppo avevano livelli più bassi di grasso viscerale, una riduzione della pressione arteriosa e un miglioramento dei punteggi della depressione.

Quelli del secondo gruppo, invece, hanno riscontrato aumenti dei livelli di glucosio a digiuno, pressione diastolica e peptide C rispetto ai punteggi di base.

Come spiegano gli autori, lo studio presenta alcune limitazione. Ad esempio, è stato progettato solo come studio pilota, quindi i ricercatori dovranno ripetere i risultati con un gruppo più ampio di partecipanti per un periodo più lungo.

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