diabete e uova

Diabete, le uova si possono mangiare? Il parere del diabetologo

10 Aprile 2020 - di Claudia Montanari

ROMA – Una dieta appropriata, sana ed equilibrata, è fondamentale quando si soffre di diabete poiché il ruolo dell’alimentazione è importante per il benessere psico-fisico del paziente. Contrariamente a ciò che comunemente si pensa, l’alimentazione di chi ha il diabete non è poi così restrittiva. Salvo particolari casi, solitamente i medici non prescrivono diete complesse, tuttavia la terapia legata all’alimentazione va seguita scrupolosamente. Alcuni alimenti, nello specifico, sono spesso al centro di dibattiti. Per esempio le uova, in molti si chiedono se possono essere mangiate da chi ha il diabete. Premesso che ogni persona diabetica reagisce e risponde alla malattia in modo diverso e deve far sempre riferimento ai consigli del proprio medico, gli esperti ritengono adeguati alcuni suggerimenti che fanno riferimento alle linee guida.

Il professor Enzo Bonora, ordinario di endocrinologia dell’Università di Verona e direttore del reparto di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, ha attivato sulla sua pagina Facebook una rubrica contro le fake news, in cui spiega se, come e quanto determinati alimenti (per esempio la frutta secca) possano essere assunti da chi ha il diabete. Nelle ultime ore, il professore si è occupato delle uova.

Chi ha il diabete può mangiare le uova? Innanzitutto, il professore spiega che le uova a cui farà riferimento non sono quelle “occulte” (per esempio quelle che si trovano nella pasta all’uovo o in tutti i prodotti che le contengono) ma delle uova vere e proprie, quelle che si possono cucinare sode, alla coque, strapazzate e così via.

Facendo riferimento ad un uovo singolo cucinato senza grassi, l’esperto spiega: “più o meno, per 100 gr di prodotto (si consideri che un uovo è circa 60 gr quindi si facciano le proporzioni) si avranno circa 10 gr di grassi, circa 10 gr di proteine e zero carboidrati. Per questo, è facile intuire che l’indice glicemico dell’uovo è zero, e che quindi, mangiando un uovo, non c’è da aspettarsi l’aumento della glicemia. Nemmeno mangiandone due, nemmeno mangiandone tre. Si introducono grassi, proteine e una quantità limitata di calorie (circa 80)”.

Questo però non vuol dire che si possa mangiare l’uovo in modo incondizionato. Il professore infatti sottolinea diverse questioni. Innanzitutto spiega: “i valori di calorie, grassi, proteine si riferiscono ad un uovo crudo. Il valore cambia in base alla cottura. Se prepariamo un uovo strapazzato o una frittata, per esempio, dobbiamo considerare i condimenti aggiunti per cucinarlo, come l’olio o il burro. Se per esempio usiamo il burro, aumenta anche il valore di colesterolo”.

Proprio a proposito del colesterolo, il professore sottolinea: “Con un uovo, si introducono circa 350 milligrammi di colesterolo. Se ricordiamo che le linee guida suggeriscono un’introduzione di colesterolo nell’alimentazione quotidiana (24 ore) idealmente non superiore a 300 milligrammi, capiamo che con un solo uovo andiamo già leggermente oltre i limiti suggeriti”.

“Ora – sottolinea il professore- a proposito del colesterolo e delle uova e quindi del concetto che le uova possono per il loro contenuto di coloesterolo aumentare il rischio cardiovascolare, vi riferisco di alcuni lavori recenti che hanno preso di nuovo in esame questo aspetto, e hanno confermato che quanto più è il colesterolo introdotto con l’alimentazione tanto maggiore è il rischio cardiovascolare, ma che non è l’uovo in sé che guida questo tipo di relazione. Si è dimostrato che assumere fino a un uovo al giorno di media (quindi anche 7 uova a settimana) non aumenta il rischio cardiovascolare, diabete e di mortalità. Questo indica che, fino a un uovo al giorno, anche se si sforano leggermente la quantità di colesterolo raccomandata durante la giornata, può essere assunto senza arrecare rischi particolari per la salute. Altro è se si inizia a introdurne una quantità maggiore”.

In conclusione, il professore consiglia di gustare l’uovo preparando con cotture leggere e con zero grassi aggiunti, come quella alla coque, e conclude: “Se invece volete preparare una frittata, eccezionalmente, sappiate che state introducendo un po’ più di grassi ma preparatela pure. Certo -spiega- se volete preparare una omelette farcita con formaggio o salumi lo scenario cambia”.

https://www.facebook.com/enzobonoracontroildiabete/videos/2647675375496369/