Dieta Alberico Lemme per dimagrire in una settimana
17 Settembre 2018 - di Claudia Montanari
ROMA – Dieta di Alberico Lemme per dimagrire in poco più di una settimana seguendo queste semplici 8 regole e, quindi, senza dover seguire un regime alimentare drastico. La dieta di Alberico Lemme promette di far perdere peso senza grosse rinunce seguendo semplicemente 8 regole base. Le otto regole sono contenute nel libro La dieta Lemme, edito da Mondadori, che racconta la filosofia alimentare del farmacista e fornisce alcuni consigli pratici per perdere peso partendo dal concetto di “cibo come farmaco”. Secondo Lemme, infatti, non sono le calorie che contano, e nemmeno la quantità di cibo. E i grassi fanno bene, mentre la dieta mediterranea è solo una trovata commerciale. Vediamo allora le otto regole di Lemme per dimagrire in otto giorni, riportare da HuffPost.
- No al digiuno. Vietato saltare i pasti: il digiuno fa ingrassare, sostiene Lemme. Vanno anche rispettati orari fissi per i pasti. La prima colazione va fatta entro le 9, il pranzo tra le 12 e le 14, la cena tra le 19 e le 21. Una stessa ricetta può essere ripetuta al massimo due volte alla settimana.
- I cibi vietati. No agli integratori alimentari, agli alimenti dietetici, ai prodotti omeopatici. No anche al sale aggiunto, nemmeno nell’acqua della pasta, al dado, alle caramelle, alle gomme da masticare, alla liquirizia, alle tisane, al caffè d’orzo, al caffè decaffeinato, al tè deteinato, ai cibi in scatola, ai dolcificanti, al latte.
- No allo zucchero, sì al fruttosio. L’unico zucchero che non causa impennate di glicemia nel sangue è il fruttosio, grazie alla sua bassa velocità di assorbimento. L’assorbimento del glucosio, invece, è molto rapido e causa picchi glicemici. Bastano 5 grammi di glucosio per innescare la secrezione di insulina e quindi la produzione di grasso. Il fruttosio non alza la glicemia, non stimola la secrezione di insulina dalle cellule β del pancreas. A differenza del glucosio, non ha bisogno dell’insulina per entrare nelle cellule. Viene metabolizzato normalmente anche nel diabete pancreatico. Per questi motivi viene consigliato nelle diete dei diabetici in sostituzione del saccarosio.
- Il caffè. Subito dopo la colazione e subito dopo il pranzo va bevuto un caffè amaro (con caffeina). Nell’arco della giornata si possono bere altri due caffè amari, in qualsiasi momento.
- Spuntini sono obbligatori e fissi. A metà mattina e a metà pomeriggio bisogna mangiare un limone senza buccia a spicchi (non spremuto) e bere un tè amaro (normale o verde, ma non deteinato né aromatizzato). Prima va mangiato il limone e poi va bevuto il tè, non bisogna invertire questa sequenza.
- Sì agli spaghetti, no ad altri formati di pasta. La lavorazione dello spaghetto, la trafilatura, il rapporto tra la superficie esterna e il cuore che dovreste lasciare al dente in cottura ne fanno un formato assimilabile più lentamente a livello intestinale, requisito che permette a sua volta al tasso glicemico di non alzarsi. Gli spaghetti mangiati alla mattina fanno dimagrire. Cosa che non avviene la sera.
- Sì al burro. Il burro è un grasso, e da un punto di vista biochimico, spiega Lemme, i grassi non fanno ingrassare. In più non aumenta il colesterolo. Il burro, se di qualità, è un grasso nobile al pari dell’olio extravergine d’oliva. La qualità del burro dipende dal tipo di lavorazione utilizzato per ottenerlo: quello migliore è ottenuto per “centrifugazione” del latte a bassa temperatura.
- Sì ai surgelati. Per quanto riguarda la spesa, l’approvvigionamento della materia prima, via libera dunque ai freddi, cioè ai surgelati, se non si tratta di semilavorati con aggiunte di sale, zuccheri additivi/conservanti/aromatizzanti. Bisogna sempre leggere le etichette, a leggerle in modo intelligente, spostando l’attenzione dalle calorie alla selezione degli ingredienti.