Dieta flexitariana per dimagrire e fare bene all’ambiente
12 Ottobre 2018 - di Claudia Montanari
Adottare un’alimentazione più ricca di verdure ma senza rinunciare a consumare carne di tanto in tanto – in questo consiste la dieta dei flexitariani – a livello globale potrebbe dimezzare le emissioni di gas serra, oltre a ridurre l’uso di concimi chimici, terreni e risorse idriche. Senza cambiamenti nell’alimentazione – si evidenzia nella ricerca internazionale a cui hanno preso parte esperti dell’università di Oxford, del Centro resilienza di Stoccolma e dell’Istituto di Potsdam – il cambiamento climatico non potrà essere mitigato in modo sufficiente. Oltre alla dieta, è necessario intervenire sull’agricoltura, adottando pratiche e tecnologie in grado di ridurre la pressione sull’ambiente e al contempo migliorare le rese. Infine, occorre dimezzare gli sprechi alimentari, sia lungo la filiera produttiva sia a casa, evitando di buttare il cibo. Marco Springmann dell’Oxford Martin Programme, ha spiegato:
“Nessuna singola soluzione è sufficiente ma, se le soluzioni vengono implementate insieme, è possibile nutrire in modo sostenibile la popolazione mondiale senza azioni combinate, gli impatti ambientali dell’alimentazione potrebbero aumentare del 50-90% entro il 2050, a causa dell’aumento della popolazione e delle diete ricche di grassi, zuccheri e carne”.
A questo punto allora scopriamo di cosa tratta, nello specifico, la dieta flexitariana, il regime alimentare preferito da Meghan Markle. Si tratta di una dieta equilibrata essendo una rivisitazione della dieta vegetariana, costituita quindi da una stragrande maggioranza di alimenti vegetali ma senza l’eliminazione totale di carne e pesce che vengono mantenuti in piccolissime quantità. Si legge su greenstyle.it (che fornisce anche uno schema alimentare settimanale):
“Le regole base della dieta flexitarian sono molto semplici da seguire. Tutti i giorni non devono mancare sulla tavola i cereali, meglio se integrali e in chicchi, e la verdura. Importante anche la frutta fresca e in piccole quantità anche la frutta secca. Tre o quattro volte alla settimana bisogna mangiare i legumi che rappresentano la principale fonte proteica alternativa alla carne. Fagioli, ceci, lenticchie, soia, tofu: sono tutte ottime fonti di proteine. Due o tre volte alla settimana alternare carni bianche, pesce, uova, formaggi (ricotta, mozzarella light), da consumare, nel complesso, non più di sette volte nei pasti principali”.