Pasta la sera fa dimagrire: falso. Ma la fake news avanza

Dieta, pasta sempre al dente. Perché evitare quella scotta

11 Marzo 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – Dieta, meglio mangiare la pasta sempre al dente. Questa particolare cottura ci porta a masticarla più a lungo, facendo uscire dalle ghiandole salivari succhi contenenti l’enzima ptialina, che agiscono sulle catene complesse dell’amido, rendendole strutture meno complesse e facilitando la digestione, che avviene nel duodeno e nei vari segmenti dell’intestino tenue. A sottolineare  l’importanza della cottura al dente è un articolo pubblicato sul sito della Fondazione Veronesi

La cucina al dente della pasta l’amido non è completamente gelatinizzato e quindi non viene digerito totalmente dagli enzimi. Così facendo la digestione è più lenta e di conseguenza l’assorbimento del glucosio che compone l’amido.Ciò porta ad abbassare l’indice glicemico.

“Tutto questo allunga anche la sensazione di sazietà, diminuendo la voglia di snack o di altro cibo: meno calorie introdotte, meno rischi di sovrappeso” specifica il sito.

Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Public Health ha dimostrato che mangiare pasta a cena migliora il riposo notturno, e non fa ingrassare. E lo spaghetto di mezzanotte? Un rito nato 40 anni fa, tornato in auge grazie alla generazione under 35 e agli chef. Una buona notizia, insomma, per quei 27 milioni di italiani che soffrono di disturbi del sonno: mangiare pasta a cena fa bene, rilassa, facilita il sonno e non fa ingrassare, anzi fa dimagrire.

Lo studio dimostra che la pastasciutta può essere consumata nelle ultime ore del giorno, soprattutto se siamo stressati e soffriamo d’insonnia, grazie alla presenza in questo alimento di Triptofano e Vitamine del gruppo B. La ricerca potrebbe far cambiare abitudini a una larga fetta della popolazione italiana. Il 65% dei consumi di pasta avviene infatti a pranzo, mentre solo il 35% si concentra sulla cena. Questo non vale per pane, frutta, verdura, carne e perfino dolce, consumati in quantità più o meno equivalenti tra i due pasti principali della giornata. 

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