Dieta Lemme, per riuscire a dimagrire con 8 semplici regole
2 Aprile 2020 - di Claudia Montanari
ROMA – Riuscire a dimagrire anche in questo periodo di quarantena non è una missione impossibile. Seguendo una dieta bilanciata, possiamo evitare le abbuffate nervose (o quelle per noia) e riuscire a dimagrire o a rimanere in forma senza troppi sacrifici. Tra le diete più gettonate, segnaliamo la dieta Lemme, o dieta di Alberico Lemme (dal nome del farmacista che l’ha realizzata) che promette di far perdere peso, in particolare quello localizzato sulla pancia, seguendo 8 regole fondamentali contenute nel libro La dieta Lemme, edito da Mondadori, che racconta la filosofia alimentare del farmacista e fornisce alcuni consigli pratici per perdere peso partendo dal concetto di “cibo come farmaco”.
Secondo Lemme, infatti, per riuscire a dimagrire non sono le calorie che contano, e nemmeno la quantità di cibo. Vediamo allora le otto regole di Lemme dimagrire in modo efficace.
No al digiuno. Vietato saltare i pasti per cercare di perdere peso sulla pancia: il digiuno fa ingrassare, sostiene Lemme. Vanno anche rispettati orari fissi per i pasti. La prima colazione va fatta entro le 9, il pranzo tra le 12 e le 14, la cena tra le 19 e le 21. Una stessa ricetta può essere ripetuta al massimo due volte alla settimana.
I cibi vietati. No agli integratori alimentari, agli alimenti dietetici, ai prodotti omeopatici. No anche al sale aggiunto, nemmeno nell’acqua della pasta, al dado, alle caramelle, alle gomme da masticare, alla liquirizia, alle tisane, al caffè d’orzo, al caffè decaffeinato, al tè deteinato, ai cibi in scatola, ai dolcificanti, al latte. Tutti cibi che rendono più difficile il dimagrimento sulla pancia.
Spuntini sono obbligatori e fissi. A metà mattina e a metà pomeriggio bisogna mangiare un limone senza buccia a spicchi (non spremuto) e bere un tè amaro (normale o verde, ma non deteinato né aromatizzato). Prima va mangiato il limone e poi va bevuto il tè, non bisogna invertire questa sequenza.
No allo zucchero, sì al fruttosio. L’unico zucchero che non causa impennate di glicemia nel sangue è il fruttosio, grazie alla sua bassa velocità di assorbimento. L’assorbimento del glucosio, invece, è molto rapido e causa picchi glicemici. Bastano 5 grammi di glucosio per innescare la secrezione di insulina e quindi la produzione di grasso. Il fruttosio non alza la glicemia, non stimola la secrezione di insulina dalle cellule β del pancreas. A differenza del glucosio, non ha bisogno dell’insulina per entrare nelle cellule. Viene metabolizzato normalmente anche nel diabete pancreatico. Per questi motivi viene consigliato nelle diete dei diabetici in sostituzione del saccarosio.
Il caffè. Subito dopo la colazione e subito dopo il pranzo va bevuto un caffè amaro (con caffeina). Nell’arco della giornata si possono bere altri due caffè amari, in qualsiasi momento.
Sì agli spaghetti, no ad altri formati di pasta. La lavorazione dello spaghetto, la trafilatura, il rapporto tra la superficie esterna e il cuore che dovreste lasciare al dente in cottura ne fanno un formato assimilabile più lentamente a livello intestinale, requisito che permette a sua volta al tasso glicemico di non alzarsi. Gli spaghetti mangiati alla mattina fanno dimagrire. Cosa che non avviene la sera.
Sì ai surgelati. Per quanto riguarda la spesa, l’approvvigionamento della materia prima, via libera ai freddi, cioè ai surgelati, se non si tratta di semilavorati con aggiunte di sale, zuccheri additivi/conservanti/aromatizzanti. Bisogna sempre leggere le etichette, a leggerle in modo intelligente, spostando l’attenzione dalle calorie alla selezione degli ingredienti.
Sì al burro. Il burro è un grasso, e da un punto di vista biochimico, spiega Lemme, i grassi non fanno ingrassare. In più non aumenta il colesterolo. Il burro, se di qualità, è un grasso nobile al pari dell’olio extravergine d’oliva. La qualità del burro dipende dal tipo di lavorazione utilizzato per ottenerlo: quello migliore è ottenuto per “centrifugazione” del latte a bassa temperatura.