Dipendenza da cibo esiste: a volte mangiare è come una droga
27 Gennaio 2016 - di Mari
ROMA – La dipendenza da cibo esiste: se si è sovrappeso alcuni alimenti possono scatenare nel nostro organismo un meccanismo simile a quello della droga. Questo perché, spiega Elena Meli sul Corriere della Sera, gli alimenti golosi innesca modifiche delle cellule nervose simili a quelle che si attivano se si abusa di alcol o si fa uso di stupefacenti.
Basta il pensiero di certi cibi per attivare i circuiti cerebrali connessi alla gratificazione, innescando il processo che porta alle crisi di astinenza. Questo, però, succede solo nelle persone in sovrappeso, non in quelle normopeso.
A dirlo è uno studio dell’Università di Granada, in Spagna, che ha dimostrato, attraverso la risonanza magnetica, come i chili di troppo fanno sviluppare moltissimo le connessioni fra il nucleo dorsale caudato e la corteccia somatosensoriale, e questo vuol dire molto, come spiega il coordinatore dello studio, Oren Contreras-Rodriguez:
“Entrambe le aree sono implicate nei circuiti della gratificazione coinvolti nelle dipendenze, oltre che nella valutazione del contenuto energetico dei cibi. In chi è normopeso, invece, le aree cerebrali che mostrano una maggior connessione sono altre e non associate ai meccanismi della ricompensa”.
In altre parole nel cervello di chi è in sovrappeso il cibo attiva delle aree del cervello che provocano la sensazione di astinenza, creando la dipendenza. Dice ancora il professor Contreras-Rodriguez:
“Dopo tre mesi abbiamo misurato l’indice di massa corporea e notato che negli obesi circa l’11 per cento dell’ulteriore aumento di peso poteva essere previsto proprio in base all’ampiezza delle connessioni tipiche della dipendenza individuate alla risonanza: tanto più erano forti, quanto più cresceva la tendenza ad accumulare altri chili”.