Dolcificante: non fa dimagrire e non è meno rischioso di zucchero
13 Luglio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – I dolcificanti vengono spesso sostituiti allo zucchero con la mera idea che non facciano ingrassare e che siano un valido sostituto dello zucchero in caso di diabete o obesità ma, secondo una recente ricerca, non è così. I dolcificanti artificiali sostituti dello zucchero, anche quelli a calorie zero, non sono meno rischiosi per la salute dello zucchero vero, anzi.
È quanto emerge da una revisione di recenti studi su bevande e cibi dolcificati artificialmente o zuccherati, pubblicata sulla rivista Trends in Endocrinology & Metabolism e condotta da Susan Swithers della Purdue University.
E’ facile pensare che, dolcificando una bevanda con una sostanza artificiale ipocalorica o a zero calorie si possa essere al riparo da problemi per la salute, in primis da obesità e diabete; eppure non è così, sono sempre maggiori i dati che dimostrano che, in barba al loro basso o nullo contenuto calorico, i dolcificanti non aiutano a dimagrire né aiutano a prevenire l’aumento di peso e sono responsabili di aumentare il rischio di alcune malattie (sindrome metabolica, diabete, patologie cardiovascolari).
”Dati recenti sia su esseri umani sia su modelli animali – spiega la Swithers nella sua review – hanno in realtà fornito scarso supporto, ad esempio, all’idea comune che le bibite dolcificate artificialmente (le bevande diet e light) promuovono la perdita di peso e prevengono le conseguenze negative sulla salute tipiche delle bibite zuccherate (sindrome metabolica, diabete, obesità, malattie cardiovascolari)”.
”Anzi un certo numero di studi suggerisce il contrario e cioè che le persone che consumano regolarmente bibite dolcificate artificialmente hanno un rischio più elevato rispetto a chi non le consuma, un rischio dello stesso ordine di grandezza di quello associato al consumo di bibite normalmente zuccherate”, spiega la Swithers.
Per di più c’è un effetto boomerang: se consumo tanti prodotti dolcificati artificialmente la risposta dell’organismo sia a livello cerebrale sia a livello metabolico risulta attenuata perché i dolcificanti non ”saziano” la voglia di dolce che è insita nel cervello e anche perché non stimolano l’insulina come sa fare lo zucchero.
Ciò significa che affidandoci troppo a cibi e bevande dolcificati artificialmente rischiamo di finire per mangiare di più. ”Le prove che si sono accumulate negli ultimi anni suggeriscono che i consumatori assidui di sostituti dello zucchero (saccarina, sucralosio, aspartame etc) potrebbero anche essere a maggior rischio di ingrassare -ribadisce Swithers – di ammalarsi di sindrome metabolica, di diabete e malattie cardiovascolari”.
Va considerata l’ipotesi che consumare cibi dolci ma a basso contenuto calorico interferisca con le risposte dell’organismo che contribuiscono all’equilibrio energetico. A causa di questa interferenza, conclude, il consumo frequente di dolcificanti può avere effetti inaspettati e dare disturbi metabolici. Alla luce dei dati attuali, quindi, il messaggio è che sia lo zucchero sia i dolcificanti vanno usati con moderazione e cautela.