Mangiare da sole non fa bene al cuore delle donne anziane: lo studio
8 Novembre 2021 - di Silvia_Di_Pasquale
Mangiare da sole può contribuire ad aumentare il rischio di malattie cardiache nelle donne anziane. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Menopause, la rivista della North American Menopause Society (NAMS).
Quando si mangia da soli, le persone tendono a mangiare più velocemente. Questo porta ad aumenti dell’indice di massa corporea, della circonferenza della vita, della pressione sanguigna e dei livelli di lipidi nel sangue. Tutti fattori che possono aumentare il rischio di sindrome metabolica.
Con la pandemia e il conseguente lockdown tutto è peggiorato. Le persone sono rimaste sempre più isolate, soprattutto gli anziani. Questo li ha portati a non essere seguiti adeguatamente anche dai parenti.
C’è poi il fattore boom del delivery, che ha aumentato la possibilità di restare a casa isolati, evitando di condividere i pasti con altri.
Lo studio ha coinvolto quasi 600 donne in menopausa di età superiore ai 65 anni. Quelle che mangiavano da sole avevano una dieta meno corretta.
Più specificamente, è stato riscontrato che le donne anziane che mangiavano da sole assumevano meno nutrienti fondamentali. Come carboidrati, fibre alimentari, sodio e potassio rispetto a quelle che mangiavano insieme ad altri.
“Questo studio mostra che le donne anziane che mangiano da sole hanno maggiori probabilità di avere malattie cardiache sintomatiche”. A dirlo è la dott.ssa Stephanie Faubion, direttore medico del NAMS.
Mangiare da soli aumenta il rischio depressione.
Mangiare da soli può influire anche sulla salute mentale. E’ un fattore di rischio per la depressione, che è anche collegata a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.
I casi di di depressione riscontrati durante la pandemia sono stati 246 milioni (3.153 per 100,000), di cui 35 milioni tra le donne.
Quanto ai disturbi d’ansia, senza pandemia nel 2020 sarebbero stati 298 milioni di casi (3.825 per 100.000). I casi invece sono stati ben 374 milioni (4.802 per 100.000), 76 milioni in più, 52 milioni tra le donne. Foto di Sabine van Erp da Pixabay.