Esami, tac, dentista: 208 prestazioni a rischio tagli
25 Settembre 2015 - di Mari
ROMA – Stretta sulla spesa sanitaria: a rischio 208 prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale. E non si tratta di chissà quali esami particolari. Nel mirino della spending review del governo Renzi ci sono infatti accertamenti come l’estrazione e la ricostruzione dei denti, le tac, le risonanze, le tomografie, gli esami per il colesterolo e quelli genetici.
Il documento provvisorio preparato dal ministero della Salute precisa accanto ad ogni prestazione citata le “condizioni di erogabilità”, ovvero i criteri in base ai quali il medico può prescrivere al paziente quella determinata prestazione a carico del servizio sanitario nazionale.
Per quanto riguarda ad esempio le condizioni di erogabilità delle prestazioni odontoiatriche, potranno usufruirne gratuitamente i bambini da 0 a 14 anni in condizioni di ”vulnerabilità sanitaria” (cioè in ”condizioni di tipo sanitario che rendono indispensabili o necessarie le cure odontoiatriche”) o di ”vulnerabilità sociale” (ovvero ”condizioni di svantaggio sociale ed economico che impediscono l’accesso alle cure odontoiatriche a pagamento per gli elevati costi presenti nelle strutture private”). Anche per l’erogazione delle dentiere sono previsti gli stessi criteri. E’ comunque garantita a tutti i cittadini il trattamento delle urgenze odontostomatologiche.
Rispetto invece a prestazioni come le risonanze magnetiche, è previsto che siano ”erogabili” in particolari condizioni legate ad esempio a patologie oncologiche o traumatiche. Lungo pure l’elenco delle prestazioni di laboratorio. Tra gli esami ‘sotto monitoraggio’, ad esempio, quello del colesterolo totale: le condizioni di erogabilità prevedono che sia ”da eseguire come screening in tutti i soggetti di età superiore a 40 anni e nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità per dislipidemia o eventi cardiovascolari precoci. In assenza di valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici l’esame è da ripete a distanza di 5 anni”.
(Nella foto Lapresse, la ministra della Sanità, Beatrice Lorenzin)