Fame? Questione di testa. Ecco come possiamo mangiare meno
11 Settembre 2017 - di Mari
La fame è una questione di testa. Molte di noi forse l’avevano intuito: al di là di quanto si mangia o di quanto si consuma, la fame può variare in base alle sensazioni che proviamo, se siamo stressate, innamorate, rilassate… Adesso la conferma arriva da uno studio condotto presso la Sheffield Hallam University del Regno Unito, che ha scoperto come il senso di sazietà non sia dato dalle calorie consumate, bensì da quello che ci dice il cervello.
Se, per esempio, a colazione o a pranzo pensiamo di aver mangiato poco manderemo un segnale al cervello che farà in modo che sentiremo fame e finiremo per mangiare di più durante il giorno.
Gli autori dello studio, che è stato presentato alla conferenza annuale della British Psychological Society, hanno monitorato un gruppo di volontari a cui hanno servito la colazione per due giorni di seguito, dicendo loro il primo giorno che si trattava di una omelette di due uova, il secondo di quattro uova. In realtà entrambe le volte era la stessa omelette di tre uova. E’ emerso che il primo giorno i partecipanti mangiano di più per tutto il resto della giornata, rispetto al secondo giorno.
Inoltre i ricercatori hanno osservato che quando i partecipanti mangiano l’omelette che credono di due uova, si dicono più affamati a due ore dalla colazione rispetto al giorno successivo quando credono di aver mangiato 4 uova. Gli esperti hanno visto che appetito e consumo di cibo sono indipendenti dai livelli di ormone dell’appetito (grelina), segno che la ‘fame’ non è tanto una condizione fisica ma mentale.