Farmaci e cibi: da cioccolato a ginseng, attenti alle interazioni
4 Aprile 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – Si parla troppo poco delle possibili interazioni tra farmaci e cibi. Esistono alcuni alimenti all’apparenza insospettabili che possono avere effetto sull’efficacia dei farmaci che assumiamo. Come spiega l’ISS, Istituto Superiore di Sanità, cibi, bevande e integratori possono influire sull’effetto di un farmaco rendendolo inefficace, potenziandone gli effetti tossici o un particolare effetto collaterale o addirittura possono creare effetti indesiderati anche gravi. E non si parla solo di alcol o integratori particolari ma anche di alimenti insospettabili, come ginseng, cioccolato o liquirizia:
“Chi assume un medicinale dovrebbe seguire attentamente le avvertenze contenute nel foglio illustrativo e le raccomandazioni del medico riguardo le modalità di assunzione del farmaco e le possibili interazioni con i cibi e le bevande nel corso del trattamento”.
In primis l’alcol, che può amplificare o ridurre l’effetto di molti medicinali. Ma anche alimenti apparentemente innocui come il succo di pompelmo, che andrebbe evitato se si assumono farmaci come ciclosporina (un immunosoppressore), buspirone (un ansiolitico), chinino (anti-malarico), triazolam (ansiolitico), e alcuni farmaci calcio-antagonisti, antistaminici e per l’ipertensione.
La liquirizia può aumentare la tossicità di farmaci a base di digossina, usati per trattare alcune patologie cardiache e può ridurre gli effetti di alcuni farmaci, inclusi alcuni diuretici, utilizzati per il trattamento della ipertensione arteriosa. Gli inibitori delle monoaminoossidasi (MAO), usati come ansiolitici antidepressivi, non dovrebbero essere assunti con quantità eccessive di cioccolato. La caffeina contenuta nel caffè ma anche nel cioccolato o in alcune bevande energetiche può interagire con alcuni stimolanti (metilfenidato), potenziandone il loro effetto, o contrastare l’effetto di sedativi (zolpidem).
Interazioni farmacologiche sono possibili anche con gli integratori alimentari. L’erba di san Giovanni (iperico perforato), agendo sui meccanismi che nel fegato regolano il metabolismo dei farmaci, può ridurre la concentrazione nel sangue di alcune molecole come la digossina, la lovastatina e il sildenafil. Anche il ginseng può influire su alcuni farmaci, ad esempio può aggravare gli effetti di sanguinamento del warfarin, dell’eparina, dell’aspirina e di farmaci anti-infiammatori non steroidei come l’ibuprofene, il naproxene, il ketoprofene. Inoltre la combinazione di ginseng con gli inibitori della MAO può causare mal di testa, disturbi del sonno, nervosismo e iperattività. Il Ginkgo Biloba ad alte dosi riduce l’efficacia di farmaci (come carbamazepina e acido valproico) usati per il trattamento delle crisi epilettiche.
L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, raccomanda infatti di leggere sempre con attenzione le interazioni degli alimenti descritte nel foglietto illustrativo presente in tutte le confezioni di farmaci ed ha pubblicato una sintesi delle interazioni farmaci-alimenti sulla base di una guida curata dall’FDA (Food and Drug Administration), l’Agenzia regolatoria statunitense che si occupa di farmaci.