Farmaci, “non chiamateli generici: efficaci come gli altri”
23 Dicembre 2015 - di Mari
ROMA – Non chiamateli “generici”: i farmaci equivalenti sono in tutto e per tutto buoni come quelli “di marca”, sia per quanto riguarda la sicurezza sia per quanto riguarda l’efficacia. Anzi, sono solo una “opportunità per liberare risorse economiche da investire nell’ingresso dei nuovi medicinali salvavita”. A dirlo è il direttore generale dell‘Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) Luca Pani nella prefazione la guida “Medicinali Equivalenti – Qualità, sicurezza ed efficacia”, pubblicata sul portale dell’agenzia regolatoria per “chiarire i dubbi che ancora persistono rispetto a questa importante risorsa terapeutica” e sfatare “molti preconcetti e ‘falsi miti'”.
Nella pubblicazione dell’Aifa si legge che un medicinale è equivalente a un altro di riferimento con brevetto scaduto (‘di marca’ o ‘brand’) se,
“oltre a contenere la stessa quantità di principio attivo, ha anche una bioequivalenza dimostrata da studi appropriati”, ovvero “quando, con la stessa dose, i loro profili di concentrazione nel sangue rispetto al tempo sono così simili che è improbabile che essi possano produrre differenze rilevanti negli effetti di efficacia e sicurezza”.
La pubblicazione sottolinea che uno degli equivoci più frequenti riguarda la terminologia utilizzata per descrivere i medicinali equivalenti. Spesso, infatti, nel linguaggio comune vengono chiamati “generici”, con una traduzione letterale della definizione ‘generic medicinal product’ ma fuorviante perché “l’aggettivo ‘generico’ viene associato a un prodotto non sufficientemente specifico e percepito come inferiore rispetto all’originale”.
Nella pubblicazione si affronta anche il tema del costo di questi farmaci, “inferiore di almeno il 20% rispetto ai medicinali di riferimento”, non per minore qualità, ma perché “le aziende produttrici di equivalenti non devono investire risorse nella ricerca sulla molecola, essendo il principio attivo già noto”.