Fecondazione assistita, sale rischio infarto e ictus
24 Marzo 2017 - di Mari
Rischi per le donne dai trattamenti di fecondazione assistita. Le aspiranti mamme che non riescono ad avere una gravidanza dopo un trattamento di fertilità hanno un rischio del 19% maggiore di insufficienza cardiaca e ictus rispetto a coloro che riescono ad avere un figlio. Ad evidenziarlo è un ampio studio pubblicato sul Canadian Medical Association Journal.
Già alcuni studi precedenti avevano suggerito un legame tra la terapia della fertilità e il rischio a breve termine sulla salute cardiovascolare della donna.
Per studiare l’impatto a lungo termine, un’équipe di studiosi canadesi ha esaminato oltre 28mila donne con un’età media di 35 anni. Tutte le volontarie erano state sottoposte ad una terapia di fertilità a base di gonadotropina (preparatorio della fecondazione in vitro) in Ontario, Canada, tra l’aprile del 1993 e il marzo del 2011.
Le donne avevano subito in media tre trattamenti e 9.349 di loro hanno dato alla luce un figlio entro un anno, mentre per le altre la terapia non ha avuto successo.
Negli otto anni successivi, complessivamente 2.686 di loro hanno avuto eventi cardiovascolari: rispetto alle donne che hanno partorito, però, quelle che non hanno avuto una gravidanza avevano un rischio del 19 per cento maggiore di ictus e scompenso cardiaco.
L’associazione riscontrata, secondo i ricercatori, potrebbe esser dovuta a maggiore stress cardiometabolico, trombosi o lesioni vascolari da iperstimolazione ovarica, comunque giustifica ulteriori indagini.
“Non vogliamo mettere in allarme le donne, stiamo invece suggerendo che dovrebbero ricordare al proprio medico eventuali anni di terapia della fertilità precedenti. Può essere un’opportunità per valutare i fattori di rischio specifici e prevenire problemi”, ha spiegato uno degli autori dello studio, Donald Redelmeier, dell’Institute of Clinical Evaluative Sciences (ICES) di Toronto.