Fertilità maschile a rischio: sempre meno sperma dal 1989 al 2005
5 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
MILANO – Tempi duri per la riproduttività e la fertilità maschile: tra il 1989 e il 2005 la media della conta degli spermatozoi è diminuita di un terzo. Gli uomini, in sostanza, producono sempre meno sperma.
A rilevarlo è il più grande studio condotto a livello mondiale, su 26mila uomini, su qualità e concentrazione di sperma, pubblicato sulla rivista ‘Human reproduction’.
Il calo degli spermatozoi in questi ultimi 20 anni è un problema comune a molti paesi del mondo, e le cause sono varie. Vanno dall’uso di biancheria intima troppo stretta alle tossine ambientali, anche se un fattore definitivo non è stato ancora trovato. Quest’ultimo studio è stato condotto in Francia da ricercatori inglesi, ma le sue implicazioni sono globali. Per gli scienziati infatti questi risultati rappresentano un serio allarme di salute pubblica, e deve essere chiarito una volta per tutto il legame di questo calo con l’ambiente.
La diminuzione dello sperma è stata accompagnata anche da un altro fenomeno, cioè l’aumento del tumore ai testicoli, il cui tasso è raddoppiato negli ultimi 30 anni, insieme ad altri disturbi sessuali maschili, come i testicoli ritenuti. Tutti indicatori di una tendenza preoccupante.
Nello studio sono stati analizzati i dati di 126 cliniche francesi della fertilità, che avevano raccolto i campioni di uomini con un’eta’ media di 35 anni e senza problemi di fertilità. Si è così visto che la concentrazione di spermatozoi per millimetro è calata progressivamente dell’1,9% all’anno in 17 anni, passando da 73,6 milioni per millimetro nel 1989 a 49,9 nel 2005. La proporzione degli spermatozoi normali è inoltre scesa del 33,4%. Anche se la media è al di sopra della soglia con cui si definisce l’infertilità maschile (15 milioni per millimetro) è sotto la soglia dell’Organizzazione mondiale della sanità (55 milioni).