Glutine, se non c’è celiachia evitarlo non sempre fa bene
17 Maggio 2016 - di Mari
NEW YORK – Sensibilità al glutine, attenzione al fai-da-te. Soprattutto se non si soffre davvero di celiachia. Con il diffondersi di questa patologia sono sempre di più le persone, anche sane, che scelgono di rinunciare al glutine, una proteina del grano responsabile di alcuni disturbi, soprattutto nei bambini.
Non a caso l’industria alimentare “gluten-free” è più che raddoppiata in due anni (+136% da 2013 a 2015), ma attenzione, non sono affatto pochi i rischi – specie per i bambini – di un’alimentazione senza glutine fai-da-te non motivata da diagnosi certa di allergia. È l’avvertimento che arriva da un editoriale pubblicato su The Journal of Pediatrics e firmato da Norelle Reilly, della Columbia University. “Preoccupati per la salute dei propri figli – spiega Reilly – sempre più spesso i genitori scelgono per i figli una dieta senza credendo sia un’alternativa alimentare sana ma senza chiedere un parere medico”.
La dieta senza glutine, continua l’esperta, se è l’unico modo efficace oggi per gestire i pazienti con celiachia, non è invece una condotta alimentare scevra da rischi per i non celiaci. Può portare a gravi carenze nutrizionali pericolose specie in età pediatrica, sottolinea Reilly, ed anche ad aumentato apporto di grassi e calorie.
Tanti sono inoltre i falsi miti che favoriscono il boom del senza glutine: ad esempio che la proteina del grano sia tossica, ma non è dimostrato; oppure che i parenti di persone con celiachia starebbero meglio se mangiassero cibi senza glutine – anche questo è falso. Come pure priva di fondamento è l’idea che i bebè a rischio di celiachia debbano mangiare senza glutine sin dallo svezzamento.
I genitori, conclude Reilly, dovrebbero far riferimento a medici e nutrizionisti prima di intraprendere scelte avventate per sé e per i propri figli, in assenza di una diagnosi certa di celiachia.