ROMA – Troppo grasso sulla pancia fa male al cuore. Più dell’obesità in sé e per sé, infatti, ad aumentare il rischio di patologie cardiovascolari, con il connesso rischio di infarto, sono i chili di troppo accumulati a livello addominale.
La notizia non è proprio nuova, ma uno studio americano pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine (Annali di medicina interna) la pubblica per attirare l’attenzione su un fenomeno che il più delle volte viene sottovalutato, quando non ignorato. Sotto accusa è in particolare quella situazione che si verifica quando il girovita, misurato all’altezza dell’ombelico, supera la circonferenza presa all’altezza delle anche.
Come spiega Affari Italiani:
“Gli uomini di corporatura normale, ma con una taglia eccessiva, hanno un rischio di mortalità doppio rispetto a quelli in sovrappeso, oppure obesi, anch’essi con una taglia notevole. Fra le donne il pericolo resta elevato, anche se è più contenuto, rispettivamente al 40 e al 32%. La conclusione è che non bisogna concentrarsi tanto sull’obesità come fattore di rischio cardiovascolare, quanto sulla suddivisione del grasso a livello corporeo.
La presenza di una pancia pronunciata è sintomo di una disfunzione: il grasso non si accumula unicamente sotto la pelle ma anche a livello più profondo, sotto e intorno alle viscere, nel fegato, nei muscoli, fino ad arrivare al cuore”.
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