Infarto, ictus: anche una bibita gassata al giorno aumenta rischi
27 Febbraio 2020 - di Silvia_Di_Pasquale
Durante la mezza età, anche una sola lattina di bibita gassata al giorno può aumentare il rischio di infarto o ictus. Le bevande ricche di zucchero da 330 ml fanno salire i livelli di colesterolo, aumentando il rischio di coaguli che tagliano l’afflusso di sangue al cuore o al cervello. E’ quanto emerge da uno studio della Tufts University, nel Massachusetts, che ha analizzato i casi di 6.000 persone over 40 per 12 anni.
Come si legge sul britannico Daily Mail, dalla ricerca è risultato che i bevitori quotidiani erano due volte più inclini a bassi livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL) che aiutano a mantenere sbloccate le arterie entro la fine dello studio. I bevitori avevano anche il 53% in più di probabilità di avere grandi quantità di trigliceridi, grassi che ostruiscono i vasi sanguigni e le arterie. Quando si consuma lo zucchero i livelli di glucosio nel sangue aumentano rapidamente, causando un picco immediato di insulina, l’ormone dell’accumulo di grasso. Non un bene per la prevenzione di infarto e ictus.
Come ha spiegato all’Ansa lo scorso settembre Neil Murphy, dello IARC (International Agency for Research on Cancer), il consumo di bibite, sia zuccherate sia con dolcificanti ipocalorici, potrebbe essere collegato a maggior rischio di morte per tutte le cause: “rispetto a un basso consumo (meno di un bicchiere al mese), coloro che riferiscono di berne 2 o più bicchieri al dì hanno un rischio di morte dell’8% maggiore per le bibite zuccherate e del 26% maggiore per quelle con dolcificanti artificiali”.
In quell’occasione Assobibe, l’associazione che in Confindustria rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, aveva specificato che trattandosi di studio osservazionale non è possibile stabilire un nesso causale tra consumo di soft drink e mortalità e che a causa di questa metodologia “le osservazioni possono essere distorte”.