Ictus terza causa di morte. Ma la disabilità si riduce
1 Dicembre 2016 - di Mari
ROMA – L’ictus colpisce ogni anno quasi 200mila italiani e rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, nonché la prima causa di disabilità nell’adulto. La malattia è in continuo aumento ma sono anche “raddoppiati in soli due anni i pazienti che hanno potuto ricevere un trattamento in grado di ridurre drasticamente, di circa il 45%, la disabilità motoria e i problemi nel parlare”.
Durante un ictus, spiega Salvatore Mangiafico, neuroradiologo interventista Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, la fornitura di sangue a parti vitali del cervello viene interrotta, in genere a causa di un coagulo che blocca un vaso sanguigno. Accanto ai farmaci, che non sempre riescono a sciogliere il coagulo, è possibile anche una rimozione meccanica o trombectomia: consiste nell’inserimento di una sottile maglia metallica in un’arteria della gamba che, sotto la guida a raggi X, viene diretta al cervello. Qui viene poi allargata, come una rete da pesca in miniatura, per rimuovere il coagulo.
Oggi in Italia, spiega Mangiafico, “secondo lo specifico Registro Nazionale, questo tipo di procedure sono state 1.286 nel 2016, erano 1.073 nel 2015, 565 nel 2014: praticamente un raddoppio di attività in due anni. Molti di più però, circa 7.000, sono i potenziali pazienti eleggibili”. La tecnica infatti richiede personale addestrato di neuroradiologi interventisti, “cosa di cui c’è notevole carenza perché manca una scuola di specializzazione”, puntualizza l’esperto.
I dati italiani comunque ci mostrano all’avanguardia anche rispetto al Regno Unito, dove ben novemila persone potrebbe beneficiare di trombectomia, ma solo circa 600 la ricevono, uno su 10.