Il digiuno fa bene. Alla linea e al cervello, dice Giuseppe Remuzzi
10 Aprile 2015 - di Mari
ROMA – Digiunare (ogni tanto) fa bene. Non solo alla linea ma anche al cervello. E a dirlo non sono solo tante religioni, dall’Islam al Cattolicesimo, bensì studi scientifici. In particolare, scrive Giuseppe Remuzzi (coordinatore delle Ricerche all’Istituto Mario Negri di Bergamo) sul Corriere della Sera, topi e uomini che stanno senza mangiare per un po’ (bastano 16 ore, più o meno come durante il Ramadan) si ammalano di meno.
Questo perché al cervello bastano 24 ore di digiuno per generare nuovi neuroni. Il nostro organismo si difende in questo modo dallo stress di stare qualche ora senza cibo. Stare alcune ore senza mangiare, inoltre, riduce l’infiammazione, migliora la risposta immunitaria e aiuta le cellule a liberarsi da sostanze di scarto. Il digiuno rallenta persino la crescita dei tumori, almeno nei topi.
Secondo Remuzzi si potrebbe provare a digiunare uno o due giorni la settimana oppure concentrare il cibo solo in certe ore del giorno, saltando quindi alcuni pasti, bevendo però almeno due litri di acqua. Per diabetici, per chi soffre di cuore e forse anche per chi ha un tumore sarebbe un toccasana, sostengono Mark Mattson di Baltimora e tantissimi altri scienziati americani ed europei, che hanno pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences un lungo articolo per ricordare alla comunità scientifica i vantaggi e le basi teoriche del mangiare solo ogni tanto.