Infarto e ictus, yoga e camminate aiutano la riabilitazione
30 Marzo 2017 - di Mari
Camminate, yoga e tai chi, ma anche le semplici faccende domestiche, aiutano chi ha subito un infarto o un ictus. Possono fare parte, infatti, della riabilitazione cardiaca, che secondo l’American Heart Association è cruciale soprattutto a una certa età, laddove è possibile praticarla, per recuperare indipendenza, una migliore qualità di vita e impedire le ricadute.
Eppure negli Stati Uniti solo un terzo o meno dei pazienti che potrebbero farla riceve questo tipo di cura. L’organizzazione statunitense che si occupa di ridurre le morti causate da problemi cardiaci e ictus, in una dichiarazione scientifica sulla rivista Circulation, evidenzia che l’attività fisica aiuta a ridurre i sintomi in pazienti con insufficienza cardiaca, infarti e ictus, e aiuta anche a migliorare le erosioni di forza ed equilibrio legate all’età, oltre a ridurre la fragilità.
E’ parte importante della cura, ma molti operatori sanitari si focalizzano più sui medicinali. Come sottolinea il professor Daniel Forman, che ha presieduto un panel che ha redatto nuove linee guida per il dopo infarto, “la riabilitazione cardiaca non è prescritta abbastanza spesso. Quando si trattano pazienti cardiaci a 70,80 e 90 anni, gli operatori sanitari spesso si soffermano sui farmaci e sulle procedure senza considerare l’importanza di ottenere che i pazienti tornino sui loro piedi. Quando raggiungono i 75 anni, circa la metà dei pazienti con malattie del cuore prendono più di dieci farmaci, con possibili effetti cumulativi che sono incerti e che possono essere debilitanti si devono pesare i benefici rispetto ai rischi di ciascun farmaco, soprattutto se sembra contribuire a un livello più basso di funzionalità fisica”.